Südtirol Jazzfestival Alto Adige (varie località), dal 28 giugno al 7 luglio 2019 – parte seconda

di Giuseppe Segala

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Lukas Konïg - Südtirol Jazzfestival Alto Adige
Lukas Konïg

[leggi la prima parte dell’articolo sul Südtirol Jazzfestival Alto Adige 2019]

Un appuntamento ricorrente all’Alto Adige Jazzfestival è stato quello a notte inoltrata al Sudwerk Club di Bolzano. Tra queste proposte spiccava la serata Jazz Labs, ove si presentavano tre quartetti che riunivano per l’occasione alcuni musicisti presenti al festival, in brevi sequenze di mezz’ora per ciascun gruppo. Anche in questo caso, la vocalità di Leïla Martial ha calamitato l’attenzione, viaggiando tra espressionismo reinventato, nonsense cabarettistici, acrobatiche piroette di registro. Con Matteo Bortone al basso ed elettronica, il portoghese Pedro Branco alla chitarra interprete di un ruolo futurista, meccanico e caricaturale, e la rigorosa Lotte Anker, il quartetto ha presentato nel breve set numerosi stimoli e sorprese.

Interessante, ma discontinuo, è stato il quartetto che riuniva il trombone di Filippo Vignato, la voce della portoghese Beatriz Nunes, le tastiere della francese Anne Quillier e la batteria di Paal Nilssen-Love, che con Vignato ha intavolato i momenti più sapidi della performance.

Hank Roberts (foto di G. Pichler) - Südtirol Jazzfestival Alto Adige
Hank Roberts (foto di G. Pichler)

La presenza del violoncellista Hank Roberts, sia in solo che con il quintetto Pipe Dream, ha rappresentato un vertice di tutta la rassegna. Nel solo al Museo di Scienze naturali di Bolzano, il violoncellista ha esibito la propria straordinaria qualità narrativa. Collocato in un ambiente che riproduceva le celebri piramidi del Renon, con il puntale dello strumento appoggiato su ciottoli dei torrenti dolomitici, Roberts ha costruito nel suo solo un percorso di grande suggestione, con utilizzo delicato e lirico, introspettivo della voce. Ha indagato le sonorità del proprio strumento, focalizzandole in una narrazione dove melodia, improvvisazione, ricerca timbrica, scandaglio delle emozioni si fondono in un insieme unico, profondo, autentico. Di altrettanto pregio espressivo e artistico è stato il concerto di Pipe Dream, con Filippo Vignato al trombone, Pasquale Mirra al vibrafono, Giorgio Pacorig al pianoforte e Rhodes, Zeno De Rossi alla batteria. Il quintetto era giunto alla fine del proprio tour nella Penisola, dopo sette date in cui la sintonia si è andata consolidando. Ai brani del CD pubblicato nel 2018, frutto del contributo polistilistico di tutti i componenti, si è aggiunto nuovo materiale, soprattutto di Roberts, che salda con sensibilità il rapporto tra universi sonori differenti. Tra le cose ascoltate, merita ancora considerazione Nostalgia Progressiva, con Boris Savoldelli alla voce ed elettronica, Maurizio Brunod alla chitarra e Giorgio LiCalzi alla tromba ed elettronica, alle prese con la rivisitazione del progressive rock anni Sessanta e Settanta, da King Crimson a Kraftwerk, passando per il delizioso Elvis Costello dell’omaggio a Robert Wyatt. E ancora la brillante proposta di Barionda, ben rodata a tre anni dal varo, con i quattro sax baritoni di Helga Plankensteiner (ideatrice del progetto), Javier Girotto, Florian Bramböck, Giorgio Beberi, e la batteria sempre reattiva e sensibile di Mauro Beggio. La formazione, partita ai suoi inizi da un repertorio prevalentemente attinto dai classici per lo strumento, con le composizioni di Duke Ellington, di Charles Mingus e altri brani interpretati da Gerry Mulligan e Pepper Adams, si è arricchita sempre più di brani originali, mettendo in luce soprattutto il significativo contrasto dialettico tra Girotto e Bramböck. Nella filosofia del festival, che mescola le proposte attingendo anche a mondi attigui o lontani dal jazz, l’edizione 2019 si è conclusa con la performance dell’istrionico batterista austriaco Lukas König: una proposta iperbolica, decisamente sopra le righe, che mescolava senza tante remore e senza tregua rock, funk, poliritmie martellanti, rap, vocalizzi paradossali, riff elettronici.

Giuseppe Segala

Filippo Vignato
Filippo Vignato