Luca Bragalini, Storie poco standard. Le avventure di 12 grandi canzoni tra Broadway e jazz (EDT, Torino, euro 12, 50). Ascolti, filmati e parole
Milano, Conservatorio Verdi, Sala Puccini, mercoledì 13 novembre alle 18.00
“Nature Boy, o dell’hippie in sinagoga”
Un’eccentrica figura di santone con tanto di barba lunga, chioma fluente e sandali raggiunge Nat King Cole in camerino e gli consegna un manoscritto: è una canzone dal testo assai bizzarro, molto lontano da Broadway, e anche la musica – meditabonda, melanconica, umbratile – è estranea a quel mondo. Lui si fa chiamare Eden Ahbez, e Cole finisce comunque per eseguirne il brano dal vivo. Il pubblico ne è sedotto. Pochi mesi dopo, nel 1947, il cantante lo registra con il titolo di Nature Boy, dando così inizio a una gimcana di omaggi tra jazz e pop che, nei decenni, ha condotto il brano fino a L’intrepido, ultima pellicola di Gianni Amelio.
Non ci rimane quindi che metterci in viaggio. Un pellegrinaggio che ci porterà tra i proto-hippie della California degli anni Quaranta e nelle sinagoghe di New York, tra i ferventi fautori della naturopatia nella Germania di fine Ottocento e in seno ai musical postmoderni di Baz Luhrmann.
Luca Bragalini, musicologo, è docente ordinario di Storia e analisi del jazz al Conservatorio dell’Aquila, collabora con i conservatori di Brescia, La Spezia e Trento e tiene corsi e masterclass. Ha insegnato in 12 conservatori. Ha scoperto opere inedite di Duke Ellington, Chet Baker e Luciano Chailly, alcune delle quali sono poi state eseguite e registrate in prima mondiale. Saggista e conferenziere, ha rappresentato l’Italia in convegni internazionali, ed è un apprezzato divulgatore della tradizione musicale afroamericana.
Redazione