Silvia Bolognesi – Fonterossa Day #3

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Il quartetto Ju Ju Sounds a Fonterossa Day, Pisa Jazz - 2017 - foto Riccardo Vannelli

Pisa, Teatro S. Andrea, 9 aprile

Da tre anni Pisa Jazz ospita Fonterossa Day, evento coordinato dalla contrabbassista Silvia Bolognesi per documentare il circuito di musicisti ed attività (la didattica in primis) gravitanti intorno all’omonima etichetta indipendente da lei gestita.

Silvia Bolognesi a Fonterossa Day#3, Pisa Jazz, 2017 – foto Riccardo Vannelli

Da una didattica proficua e giocosa scaturisce il laboratorio di percussioni afrocubane Conga Lab, diretto da Simone Padovani, collaboratore della stessa Bolognesi e da anni membro del Dinamitri Jazz Folklore di Dimitri Grechi Espinoza. I sei percussionisti dell’ensemble reagiscono prontamente ai segnali e alle chiamate del leader, costruendo per gradi un tappeto poliritmico stratificato, vivace e ricco di colori, tramite conga, djembe, sangban, shekere e campanacci, tracciando così ideali collegamenti tra Africa, Cuba e Haiti. Agli ospiti tocca il compito di arricchire la tessitura: Tony Cattano innesta sanguigne linee di trombone, Gabrio Baldacci oscilla tra il supporto ritmico e schegge acuminate di chitarra, Piero Gesué sovrappone intensi vocalizzi e Daniele Paoletti inserisce efficaci “disturbi” elettronici.

 

Grazie alla collaborazione tra Fonterossa, Amirani e Setola di Maiale Marco Colonna ha recentemente pubblicato il Cd «Bushido», contenente composizioni per solo sax baritono sia proprie che altrui, alcune delle quali firmate da Bolognesi, Gianni Lenoci, Massimo De Mattia e Bruno Cesselli, Eugenio Colombo e Roberto Del Piano. Per l’occasione Colonna è stato affiancato dal poeta Alberto Masala in un delicato e precario equilibrio tra voce recitante e sax baritono. Impressionante il contributo di Colonna per rigore strutturale, senso della forma, uso della respirazione circolare e controllo delle dinamiche. Meno efficace l’abbinamento con i pur pregevoli versi di Masala: pratica che vanta precedenti illustri quali Ginsberg, Ferlinghetti e Amiri Baraka, ma che nella circostanza mancava di quella musicalità e di quel senso ritmico necessari a realizzare un connubio adeguato.

Parentesi nella pausa tra eventi pomeridiani e serali, l’esibizione del Quartetto Estemporaneo al Caffè Sottobosco lascia qualche giustificato rimpianto, perché si tratta presumibilmente di una formazione realmente estemporanea, il cui potenziale meriterebbe però di essere oggetto di un opportuno approfondimento. Frutti succosi potrebbero derivare dalla dialettica tra due dei maggiori contraltisti della scena nazionale (e forse europea) come Cristiano Arcelli e Piero Bittolo Bon, e dalla loro feconda interazione con Tony Cattano, sostenuta da Daniele Paoletti alla batteria: vibranti polifonie e chiamate-risposte, progressioni di matrice ornettiana, passaggi informali ben calibrati.

La vocalist Dee Alexander a Fonterossa Day#3, Pisa Jazz, 2017 – foto Riccardo Vannelli

Grazie anche alle sue assidue frequentazioni della scena di Chicago, Silvia Bolognesi ha individuato nel quartetto Ju Ju Sounds un altro valido strumento per ampliare la propria indagine. Contrabbassista dotata di una nitida visione compositiva, una cavata ficcante, un suono sontuoso e “nero”, nonché di un raro senso dello swing, Silvia guida le esecuzioni coadiuvata dal batterista Andrea Melani, complemento ideale per drive, gamma dinamica ed economia nell’impiego dei vari elementi del set. Paolo Botti (banjo, viola) apporta quelle componenti tradizionali – si potrebbe azzardare: intimamente africane – evidenti già nell’approccio spartano alle corde dei propri strumenti e magistralmente esplorate nei lavori in proprio. Al contralto Achille Succi esprime la consueta capacità di indagare, senza stravolgerla, l’essenza melodica e armonica dei brani, mentre sfrutta le timbriche scure del clarinetto basso anche per efficaci impasti con la viola e il basso con arco. Gli interventi della vocalist di Chicago Dee Alexander completano il mosaico: il suo registro di contralto richiama qualche vaga associazione con Cassandra Wilson e in alcuni fugaci momenti l’enfasi declamatoria evoca il grido di rabbia di Abbey Lincoln.

Achille Succi a Fonterossa Day, Pisa Jazz – 2017 – foto Riccardo Vannelli

A conclusione della giornata, un altro momento legato alla didattica: la Fonterossa Open Orchestra, composta da ben ventisei elementi (tra cui cinque voci), alle prese con cinque composizioni dirette dai rispettivi autori: più strettamente jazzistiche quelle di Bolognesi e Piero Bittolo Bon, legata alla tradizione della banda quella di Tony Cattano, nettamente indirizzate a un’estetica contemporanea quelle di Cristiano Arcelli e Marco Colonna. Al di là dei contenuti, vale la pena di sottolineare la valenza socio-culturale di un’operazione come questa, così come l’importanza per piccole e coraggiose realtà -qual è appunto Fonterossa – di continuare a catalizzare e sviluppare idee e potenzialità in un circuito creativo.

Enzo Boddi

La Fonterossa Open Orchestra a Fonterossa Day#3, Pisa Jazz, 2017 – foto Riccardo Vannelli
Paolo Botti a Fonterossa Day#3, Pisa Jazz, 2017 – foto Riccardo Vannelli