«SENTIMENTALE»: INTERVISTA A BARBARA ERRICO 2/2

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«Sentimentale» è il nuovo lavoro discografico della vocalist Barbara Errico, interamente dedicato al grande Lelio Luttazzi, prodotto dalla Dodicilune. In occasione della redazione delle note di copertina, si è scambiato quattro chiacchiere in proposito. Questa è la seconda parte dell’intervista.

Ci sono stati momenti «critici» durante l’elaborazione dell’intero progetto? Ha mai pensato di abbandonarlo?

Come sempre accade nella realizzazione di un progetto importante,  si sono presentati dei problemi, tecnici, organizzativi e di tempo ma l’entusiasmo mio e di Rossana, ci ha sempre sostenuto e spronato per portarlo a termine. Di abbandonarlo non l’ho mai pensato, nemmeno per un attimo!

C’è da sottolineare come Luttazzi sia stato capace di mettere al servizio la metrica della lingua italiana con lo swing. A suo parere, quali altri musicisti italiani sono stati capaci di fare altrettanto?

Luttazzi è stato sicuramente geniale in questo ma io ricorderei artisti come Alberto Rabagliati che forse fu il primo a swingare in italiano, poi Fred Buscaglione e Nicola Arigliano.

Ha dimostrato sempre un gran attaccamento alla musica italiana: prima di «Sentimentale» c’è stato il tributo a Sergio Endrigo. Nazionalità a parte, cosa la lega al repertorio italiano?

Sono convinta che la musica italiana, specialmente quella di cantautorato e quella di tanti  nostri  grandi autori, nulla abbia da invidiare a certa buona musica che viene dall’estero e per questo la nostra musica dovrebbe essere ripresa e valorizzata. Amo cantare in italiano perché posso dare significato ad ogni parola evidenziandone le sfumature, tratto caratteristico della nostra lingua: pur senza tradire il mio vecchio amore per la musica jazz americana.

Barbara, lei è molto attiva anche nella didattica. Come giudica, in generale, il livello delle vocalist italiane, soprattutto paragonato al Resto del Mondo?

Nelle mie lezioni di canto punto molto all’aspetto tecnico e a pari passo allo studio dell’interpretazione e per questo, assieme alla mia amica Nicoletta Gottardo, Mental Coach e Coach di programmazione neurolinguistica,  abbiamo ideato, messo a punto e depositato un metodo che abbiamo voluto chiamare V.M.C. – Voce – Mente – Corpo, metodo per la «crescita personale e l’apprendimento del canto». Nell’insegnamento l’interpretazione, specialmente nel jazz, molto spesso viene in parte trascurata a favore di una estremizzazione del tecnicismo e del virtuosismo. L’obiettivo di ogni artista è quello di creare  arte con il proprio talento, e fare arte significa trasmettere emozioni: ed è proprio questo che il pubblico chiede! In molte nazioni estere l’educazione musicale ha un forte peso nell’educazione generale dei giovani e si fa musica con serietà sin dalla giovane età e dalle scuole primarie…. il fenomeno televisivo dei Talent Show, così di moda adesso, ha peggiorato ancora di più le cose.

Quali consigli dà ai giovani?

Studiare, studiare e studiare senza risparmiarsi, ascoltare la musica a 360 gradi senza farsi coinvolgere dalle mode e non pensare di «arrivare» subito e con grande facilità. Ci vogliono costanza, dedizione e ovviamente predisposizione (non tutti possono diventare cantanti). I più fortunati possono avere un talento innato che, però, va sempre accompagnato dalla dedizione e dallo studio; il cantare è come studiare uno strumento, non si diventa violinisti o pianisti senza sacrificio! E per chi vuole studiare jazz  il mio consiglio è di iniziare ascoltando i grandi cantanti jazz americani come Ella Fitzgerald, Billy Holiday, Frank Sinatra insomma i pilastri del jazz: c’è tanto, tanto da imparare!

E’ previsto un tour di «Sentimentale»?

Me lo auguro, pur sapendo quali sono le difficoltà oggettive che purtroppo si incontrano oggi nel nostro paese, e non solo! Certamente ci saranno comunque nel prossimo futuro una serie di concerti in Italia e spero anche all’estero: ci sto lavorando con la mia agenzia.

A quali altri progetti sta lavorando e quali obiettivi si è data?

Ho un progetto che inseguo da anni. Ho scritto dei brani jazz, musica e testi in italiano, che ho proposto a noti musicisti della mia regione, i quali hanno aderito con entusiasmo. L’idea sarebbe quella di unire ai miei brani dei pezzi originali loro; inizieremo a lavorarci già da questa estate, l’entusiasmo è tanto!

Alceste Ayroldi

foto di copertina: Cesare Bellafronte

(seconda parte)