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Jaques Morelenbaum Cello Samba Trio con Paula Morelenbaum
Bari, teatro Forma, 25 ottobre 2014
«Around Jazz»: nome azzeccato quello della rassegna musicale del teatro Forma di Bari; un cartellone variegato che strizza l’occhio al Brasile (anche Ed Motta in programma) per passare al cantautorato d’autore (Eugenio Finardi), al jazz venato di pop e viceversa (Nicola Conte con Chiara Civello), al mainstream di Diane Schuur, per chiudere con Ambrose Akinmusire.
L’overture è affidata alla classe ed eleganza del violoncello di Jaques Morelenbaum, qui apparentato con Lula Galvão alla chitarra e Rafael Barata alla batteria. Ospite del Cello Samba Trio Paula Morelenbaum. Il pubblico del Forma accoglie con calore il progetto del violoncellista che omaggia Antonio Carlos Jobim, nel ventennale dalla scomparsa e con il quale Morelenbaum ha collaborato, riempiendo quasi del tutto l’accogliente teatro barese. Apre il trio, che va avanti per una buona metà del concerto, e sciorina alcune perle del maestro di Rio de Janeiro: So danço samba, la poco battuta, affascinante Radamés y Pelé, attinta dall’album «Antonio brasileiro» con i suoi limpidi cambi ritmici. Ma non solo Jobim, perché Morelenbaum apre il suo cassetto e mette in scena una sua composizione che gioca sulla danza maracatu (brano che, registrato di martedì, è stato battezzato con il nome di Maracatuesday) perfettamente tessuto percussivamente da Barata e con il violoncello che libera armonie ricche di poesia.
La scena si arricchisce con Paula, e via libera ai colori iridescenti del canzoniere più noto e meticciato di Jobim: Desafinado, Vivo Sonhando, A felicidade, Corcovado, fino a giungere ad Águas de Março, che regala anche il librarsi dello spirito rapsodico di Jaques.
La voce della cantante rimbalza sulle corde della chitarra di Galvão e si adagia su quelle del violoncello, lasciando alle percussioni ben intonate gli aspetti ritmici. La profondità del Brasile sta anche nel saper trasmettere emozioni, e sia Paula che Jaques hanno saputo allacciare, con sobria eleganza, il giusto dialogo con il pubblico.
Alceste Ayroldi
(foto di Alberto Peconio)