Ry Cooder: undici capolavori e qualche mistero

1835

A prezzo più che irrisorio (appena superiore ai trenta euro) è adesso possibile mettersi in casa, in un colpo solo, i primi undici album di Ry Cooder, incisi nell’arco di diciotto anni per la Reprise e la Warner Brothers. Certo, a questa cifra si poteva pure decidere di far pagare qualcosa di più e includere ciò che è rimasto fuori, vale a dire le colonne sonore di The Long Riders e Crossroads di Walter Hill e di Paris, Texas di Wim Wenders, oltre al rarissimo mini album dal vivo (uscito soltanto in vinile nel 1981 e mai ristampato) con quattro brani incisi a Londra e San Francisco. Peccato, una buona occasione perduta.

La musica, comunque, è di livello assai elevato e, in diversi casi, addirittura sensazionale. Nella fattispecie, «Paradise & Lunch» del 1974 continua a sembrarci, dopo quarant’anni, un autentico capolavoro grazie anche all’inaspettata apparizione di Earl Hines che duetta con Cooder sul vecchio Ditty Wa Ditty di Blind Blake (anno 1928, qui in una delle sue molteplici titolazioni). Resta ancora impagabile la citazione di West End Blues infilata da Cooder durante una delle fours con Fatha; ma i tesori di questo box sono pressoché infiniti, e confessiamo di provare una certa invidia per chi si appresta a scoprirli per la prima volta (o, perché no, a riscoprirli).

[la recensione completa apparirà sul numero di febbraio 2014 di Musica Jazz]

Conti