
Richard Galliano 4tet e Sons Of Kemet per il JazzMi
Altri grandi appuntamenti al teatro dell’Arte di Milano che alle 19 ospiterà una delle band più innovative e torride dello scenario jazzistico europeo: i Sons Of Kemet guidati dal sassofonista Shabaka Hutchings, vincitori del Mobo (Music Of Black Origin. Il loro sound mette insieme il jazz, il rock, la tradizione caraibica e mille altri rivoli di musiche, tutte congegnate dal leader. La band, nominata agli Uma Awards e ai Worldwide Awards di Gilles Peterson, è capitanata dal sassofonista, clarinettista, compositore e BBC New Generation Artist Shabaka Hutchings che si avvale della creatività di Theon Cross alla tuba e di Seb Rochford (Polar Bear, Babyshambles) e Tom Skinner (Melt Yourself Down, Mulatu Astatke) entrambi alla batteria e percussioni.
Alle 21, invece, sarà in scena il quartetto di Richard Galliano.
Di seguito, riportiamo uno stralcio dell’intervista pubblicata su Musica Jazz di novembre 2016, a cura di Alceste Ayroldi.
Maestro, nel 1991 venne pubblicato l’album «New Musette». A parte i componenti del quartetto, cosa e quanto è cambiata la musica di Richard Galliano?
Ho fatto altre esperienze, con tanti musicisti differenti: Ron Carter, Charlie Haden, Gonzalo Rubalcaba, il progetto sulla musica di Astor Piazzolla. Diciamo che i temi sono gli stessi, però ora fanno parte della mia storia, della mia persona. C’è stata un’evoluzione: quando ho inciso questo disco avevo venticinque anni di meno! Adesso con Ron Carter abbiamo deciso di incidere un album insieme ma con i miei brani, mentre in precedenza avevamo lavorato con la sua musica. Ho avuto voglia di fare questo disco perché erano passati trent’anni proprio da «Spleen». «New Jazz Musette» era già pronto da due anni, perfettamente registrato ma tenuto nel cassetto, perché Ponderosa voleva lavorarci su e io volevo soprassedere perché erano usciti diversi miei dischi. L’abbiamo fatto un po’ in fretta: abbiamo registrato tutto in tre giorni, quindi una media di sei brani al giorno. La prima versione, l’originale mi piace molto, ma anche questo lavoro è molto bello. E’ un po’ una versione in bianco e nero rispetto all’originale, c’è meno colore ed è molto concentrato.
Come mai le è tornata in mente l’idea del New Jazz Musette?
In questi ultimi anni ho viaggiato molto in Brasile e lì ci sono molti musicisti, tutti bravissimi, che suonano la fisarmonica a piano, come in Italia e molti di loro sono miei amici. Suonano la loro musica lo choro, foro, la loro tradizione anche in chiave moderna, ma con un’identità molto forte. Mi sono accorto che in Francia abbiamo perso un po’ tutto questo. Io avevo cominciato a fare il mio valse musette nel segno della continuità dell’opera di Marcel Azzola e di tutti gli altri. E questa è la mia identità, che avevo paura di avere un po’ perso, perché negli ultimi anni mi ero dedicato molto alla musica classica: ho avuto bisogno di riprendere la mia direzione originaria.
Con Richard Galliano (fisarmonica), ci saranno: Philip Catherine (chitarra), Philippe Aerts (basso), Hans Van Oosterhout (batteria).
Domenica 6 novembre 2016, teatro dell’Arte, Milano
Il Blue Note (via Pietro Borsieri, 37), sempre nell’ambito di JazzMi, ospiterà Tino Tracanna Acrobats Quintet.
Infoline 345.5170594: www.jazzmi.it