Reiner Baas & Ben Van Gelder Duo – NovaraJazz – 8 giugno 2019

327
Reiner Baas & Ben Van Gelder Duo

Novara jazz non smette mai di stupire con una programmazione basata su nomi relativamente poco noti persino agli addetti ai lavori, accuratamente scelti tra le proposte più nuove del jazz europeo e d’oltre Oceano. I due musicisti olandesi hanno suonato in differenti contesti all’interno del jazz festival ma la dimensione a loro più congeniale è quella del duo protagonista di questo evento. La loro frequentazione è iniziata nel 2011 senza mai venire meno pur essendo entrambi assorbiti da altri progetti, e non può sfuggire l’intimità che si crea nel loro dialogo, che viene testimoniato da uno splendido album in uscita in questi giorni ed intitolato “Mokum”.

Entrambi formatisi in patria ma presto trasferitisi a New York ove hanno potuto respirare le atmosfere dell’avanguardia statunitense, si sono entrambi ritagliati una dimensione da bandleader alla testa di formazioni autonome. Ma, pur avendo digerito la lezione del jazz statunitense, si legge nella loro musica l’amore per quella libertà espressiva tutta europea ed in particolare la lezione del loro connazionale Han Bennink, con cui si sono esibiti moltissime volte in trio e per il quale mostrano una autentica venerazione.

Il fraseggio di Van Gelder è personalissimo, guizzante ma lirico, contraddistinto dal fitto alternarsi di note tese e velocissime escursioni che creano una dicotomia densa di tensione, che si stempera nel tappeto sonoro creato in sottofondo dal chitarrista. Reiner Baas dimostra una tecnica non meno personale, nella quale passa disinvoltamente tra un elegante pizzicato ad una inquieta percussione delle corde.

Ben Van Gelder
Reiner Baas

Questo accompagnamento è particolarmente felice per Van Gelder creando una sorta di mare increspato nel quale pare sentire guizzare il sassofono in un continuo immergersi e riaffiorare in un colpo d’ali liberatorio dove sentimento e lucidità convivono in un moto di rara bellezza.

Il repertorio è quasi tutto originale e dovuto alla penna di entrambi , ma non mancano omaggi ai grandi della musica Europea e viene presentato con evidente affetto un brano di Misha Menlenberg. Tutto il concerto si snoda in un clima in bilico tra tensione e lirismo, ma l’energia domina mai sopita in una solidità ritmica che resta spina dorsale di una musica mai molle o troppo estatica.

Intensità ed eleganza hanno avuto palcoscenico d’eccezione nel chiostro del Museo di Storia Naturale “Faraggiana”,  suggestivamente incastonato al di sotto della cupola della Cattedrale di San Gaudenzio, ed i musicisti hanno concluso la performance testimoniando l’aiuto di un pubblico maturo ed attento e la complicità di un luogo magico nel quale potersi esprimere.

Giancarlo Spezia