Premio Internazionale Massimo Urbani 2017

A Camerino, nonostante le ferite del terremoto.  

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Premio Massimo Urbani

Il terremoto non ha fermato il Premio Massimo Urbani. Il centro storico di Camerino è a tutt’oggi zona rossa, non è accessibile e ingenti danni hanno subìto anche il Teatro Marchetti, i palazzi pubblici e le sedi dell’Università. Ma per fortuna le moderne sedi periferiche dell’Ateneo, frequentato anche da molti studenti stranieri, sono rimaste integre. Fra queste l’Auditorium Benedetto XIII, dove si è svolta la ventunesima edizione del Premio dedicato al grande sassofonista romano. L’edizione del riscatto, che, nonostante le difficoltà economiche, ha sancito la volontà di non chiudere i battenti, rimanendo a Camerino senza dover traslocare in un’altra località meno colpita come si era ventilato in un primo momento.

Dieci sono stati i finalisti che si sono succeduti sul palco la sera del 10 giugno, cercando di condensare il meglio di sé nell’esecuzione di due brani a testa. Alle loro spalle il sicuro sostegno di Julian Oliver Mazzariello, Massimo Moriconi e Massimo Manzi. In un concorso come questo per forza di cose gli standard e i canoni del mainstream costituiscono il banco di prova, forse limitante, comunque sufficiente a valutare l’approccio, la tecnica strumentale, le idee interpretative dei concorrenti. L’impostazione della competizione marchigiana si presenta quindi un po’ cristallizzata in una formula consolidata, di comodo; anche se oggettivamente non è facile, sarebbe forse opportuno introdurre nel regolamento obiettivi e criteri nuovi, in grado di motivare una più ampia partecipazione e selezione dei concorrenti stessi.

Giuseppe Vitale - premio massimo urbani
Il pianista Giuseppe Vitale

Eppure quest’anno alcune novità sono venute proprio dai concorrenti, tutti di alto livello tecnico e di giovane età: il pianista Lorenzo Vitolo ha infatti eseguito suoi original, il secondo dei quali in solitudine, dimostrando chiarezza d’idee e tecnica smaliziata. A lui la giuria principale, presieduta da Fabrizio Bosso e Kurt Rosenwinkel, ha assegnato il secondo premio giustamente ex aequo, assieme ad un altro giovane pianista, solido e inventivo: Giuseppe Vitale, vincitore anche della borsa di studio a Umbria Jazz e del prestigioso premio della critica. La seconda borsa di studio, per Nuoro Jazz, è stata attribuita invece al chitarrista Luca Zennaro, anch’egli dotato di una certa originalità di fraseggio. Il primo premio della giuria è stato assegnato al contraltista Federico Milone, il cui linguaggio fiorito si è imposto sia sul tempo veloce che nella lentezza malinconica della ballad. Il chitarrista Massimo Imperatore, dalla pronuncia jazzistica canonicamente sul tempo e sugli accordi, si è aggiudicato il terzo posto. Lo stesso Milone ha ricevuto anche il premio del pubblico, mentre quello dell’Università di Camerino è andato ad Alessandra Abbondanza, l’unica cantante in gara.

premio massimo urbani
Il contraltista Federico Milone – foto Marco Tamburrini

Sarà il tempo a stabilire chi di questi emergenti talentuosi avrà la costanza e la determinazione per imporsi nel panorama jazzistico nazionale. La loro competizione è stata preceduta e seguita da movimentate jam session, con la presenza di un motivato Maurizio Urbani al tenore, e da un concerto di Kurt Rosenwinkel (in trio con Dario Deidda e Lorenzo Tucci), che ha sprigionato tutta l’abilità, il drive, l’andamento circonvoluto del suo fraseggio chitarristico.  

Libero Farnè

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