Orchestra Laboratorio PSL feat. Greg Burk – Modica, 17 gennaio 2020 (presso Convivio Jazz Factory)

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Orchestra Laboratorio PSL feat. Greg Burk

Tra le tante belle realtà della città di Modica (ove la Rivista era stata invitata a incontrare il pubblico per discorrere del cinquantesimo anniversario ECM, anche grazie al «ponte» organizzativo gettato dal nostro Sandro Vero), che ovviamente restano sorprendenti soltanto fino a quando colpevolmente le si ignori, rivelandosi poi in guisa di certezze destinate a farsi inscalfibili, oltre a quelle umane, naturali, storiche, artistico-architettoniche e, naturalmente, eno-gastronomiche, va certamente annoverata quella rappresentata dalla Convivio Jazz Factory.

Nata per volontà del contrabbassista Giuseppe Guarrella (fondatore o componente stabile di gruppi come December Thirty Jazz Trio, Hereo Nonet, As Sikilli Ensemble, Niwas Quartet, Less Of Five, Know’s Quartet, collaboratore di Giorgio Occhipinti, Francesco Branciamore, Stefano Maltese, Gioconda Cilio e, tra i molti, anche di Paolo Fresu, Pino Minafra, Eugenio Colombo, Carlo Actis Dato, Gianni Gebbia, Joëlle Léandre, Barre Phillips, Evan Parker, Roberto Ottaviano, Antonio Moncada, Roy Paci, Francesco Cusa, Michel Godard, Giancarlo Schiaffini, Ekkeahard Jost, Vinny Golia), che ne è anche Direttore artistico, e con il supporto di Giuseppe Scucces (batterista e insegnante del Liceo musicale di Modica) e Salvo Cerruto (titolare della associata Convivio Food Devotion – la quale più che un ristorante si può definire una sorta di piccola accademia del gusto e dei sapori -), la Jazz Factory è un club di musica jazz e blues assai particolare.

Per esprimersi con le parole di Guarrella, essa può essere meglio definita come una «dimora del jazz», luogo ideale e materiale di aggregazione e produzione di musica, che si rivolge sia ai musicisti, sia al pubblico, dunque uno spazio di incontro ove si parla di jazz e musiche «altre», si organizzano concerti, ascolti, letture, mostre e si creano gruppi e produzioni.

E in effetti, in piena adesione a questo progetto, la «fabbrica», giunta alla sua sesta stagione di esercizio, non soltanto ha prodotto eventi, rassegne, concerti – di profilo nazionale e internazionale -, ma ha anche dato vita al Convivio Ensemble, formazione diretta dallo stesso Guarrella, dedita a una pratica improvvisativa di tipo collettivo.

L’ensemble, nato come tentetto (comprendente inizialmente Maurizio Agosta alla tromba, Gianpiero Fronte al sax alto, Sergio Battaglia al sax tenore, Giovanni Cascone al trombone, Peppe Trovato al pianoforte, Jascha Parisi al violoncello, Giuseppe Guarrella al contrabbasso, Peppe Di Mauro alle percussioni, Peppe Scucces alla batteria e Mara Marzana alla voce), si è successivamente allargato a comprendere le attività di altri musicisti locali.

Tra le attività del Convivio rientrano pure quelle della Convivio Records che ha dato alle stampe tre album: «Urban Lullaby» del Niwas Quartet (2015), «Express 823» del Gianpiero Fronte Quintet (2015) e «Ten Short Stories» di Luc Houtkamp & Giorgio Occhipinti (2017).

Infine, con la collaborazione di Giorgio Gino Nobile, titolare del negozio di dischi Magic Music e della Crea Audio Elite di Marco Martorana, realtà entrambe operative a Ragusa, sono stati organizzati numerosi incontri di ascolto.

È quindi nell’ambiente accogliente del Convivio che il 17 gennaio scorso si è esibita l’Orchestra Laboratorio PSL, per l’occasione affidata alla direzione del pianista Greg Burk (https://www.musicajazz.it/greg-burk-the-detroit-songbook/ qui la sua intervista a cura di Alceste Ayroldi).

Il Laboratorio è la realtà democratica e collettiva creata a Lentini, nel 1982, da Antonio Moncada (batterista, storico collaboratore di Stefano Maltese in tutti i suoi gruppi, ha suonato, tra gli altri, con  Eugenio Colombo, Carlo Actis Dato, Pino Minafra, Sebi Tramontana, Steve Noble, Paul Rogers, Marcio Mattos, Roberto Bellatalla, Antonello Salis, Evan Parker, Keith Tippett, Giorgio Occhipinti, Paul Rutheford, Umberto Petrin, Gioconda Cilio), successivamente affiancato da quindici anni da Carlo Cattano (sassofonista e flautista, titolare di vari gruppi propri, membro dei Kymbala e dell’Orchestra Jazz del Mediterraneo, ha collaborato con musicisti come, fra gli altri, Keith Tippett, Phil Woods, John Tchicai, Enrico Rava, Pietro Tonolo, Claudio Fasoli, Francesco Cafiso, Pino Minafra, George Gruntz, Bob Mintzer, Maria Schneider, Stefano Maltese, Jimmy Weinstein, Maurizio Giammarco, Silvia Bolognesi, Barre Phillips e Stefano Maltese) . Dalla sua fondazione il LaB PSL (il nome esteso è Laboratorio di Piazza Scienze e Lavoro, luogo ove ha la propria sede a Lentini) riunisce tutti i martedì sera musicisti di professione o per diletto che suonano per il puro piacere che li collega alla Musica e tra di loro.

L’attività del Laboratorio si sostanzia intanto come pratica orchestrale, fondata sull’ascolto analitico e sull’analisi tecnica, posti alla base dell’attività musicale vera e propria; successivamente, nella logica di apertura e di allargamento che è alla base dell’idea fondativa del collettivo, su incontri con grandi nomi del jazz nazionale e internazionale (tra gli altri già celebrati, quelli con Stefano Maltese e Pietro Tonolo – che hanno diretto il Laboratorio senza fare concerti con esso -, Keith Tippett, Michael Moore e Silvia Bolognesi).

In questo contesto ha dunque avuto luogo la collaborazione con Greg Burk, che nel successivo concerto del 17 gennaio a Modica ha assunto la conduzione dell’Orchestra.

Il concerto del 17 gennaio a Modica

L’orchestra (Salvo Pavano, Loris Cardullo, Riccardo Formica e Francesco Bella alle trombe; Vito Berretta al sax baritono; Bruno Morello al sax tenore; Fabio Di Gregorio e Francesco Bella al sax alto; Sebastiano Nanè al flauto; Salvo Amore e Gianfranco Vitello alle chitarre; Salvo Belfiore al pianoforte; Cristiano Nuovo al contrabbasso; Alessandro Borgia alla batteria, oltre ovviamente allo stesso Burk alla direzione e alle tastiere) si è cimentata con le composizioni del pianista di Detroit in bella scioltezza, malgrado sedute di prova davvero ridotte all’osso (due giorni).

Il set, davvero lungo e appassionato, ha proposto sia brani tratti dalla Solar Sound Suite, dotati di un fortissimo impatto emotivo, in ragione delle contrastate masse sonore poste in ideale movimento (The Random Walk, Afterimage, Flares), sia brani di impianto più arioso e descrittivo, dotati di una logica «cinematografica» (Anthem Of Hope, Pep Yourself – dedicata a Yusef Lateef – Pending Juncture, Look To The Lion, Needles To Say), prima della divertita chiusura (con Burk anche in veste di cantante) di The Climate Blues.

La nutrita presenza del pubblico, la circolazione di così tante energie positive, l’interesse di giovani ascoltatori e musicisti, pur lasciando complessivamente gridare al miracolo, lasciano ben intendere che la trasformazione di una realtà nazionale largamente avversa è possibile, ma non può prescindere dall’impegno individuale e dalla sua virtuosa strutturazione secondo una rete di condivisione.

Sandro Cerini