Montreux Jazz Festival 2019. Intervista a Mathieu Jaton

Prende il via venerdì 28 giugno il celebre festival svizzero, tra nuove proposte e giganti della musica, che si concluderà sabato 13 luglio con Quincy Jones. Ne parliamo con il Chief Executive Officer Mathieu Jaton.

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AMBIANCE @Montreux Jazz Festival 2016 Copyright Emilien Itim

Dai big come Sting, Elton John, Anita Baker, Tom Jones, Janet Jackson, Joan Baez, Quincy Jones, Lizzo, Janelle Monáe, Lauryn Hill, Chick Corea, passando per Joe Jackson, Terence Blanchard, Vincent Peirani, Youn Sun Nah, Linda May Han Oh, Rita Ora, Yann Tiersen, Thom Yorke, Cat Power, Fatoumata Diawara. Tre sedi principali per i concerti, oltre a una serie di eventi gratuiti con le rising star europee e non.

Cosa rende il Montreux Jazz Festival così speciale?
La sua storia, l’atmosfera e le qualità del festival lo rendono così speciale. Qui a Montreux, c’è una vicinanza e una generosità da parte degli artisti verso il pubblico che non può essere trovata da nessun’altra parte. È un’esperienza che va oltre il semplice concerto. È una vera e propria esperienza sia per l’artista che per il pubblico. Tutto questo in un ambiente, anche scenografico, meraviglioso che aggiunge molto al fascino del Montreux Jazz Festival.

Pensa che il fatto che il festival sia in Svizzera possa essere un valore aggiunto rispetto ad altri paesi?
Non in modo decisivo, tranne che per la bellezza del paesaggio. Poiché si tratta di un piccolo paese, tutto è facilmente accessibile e veloce. Tutti i viaggi a Montreux possono essere fatti a piedi. Gli artisti dormono vicino alle sale da concerto, il che accentua la vicinanza al pubblico alla quale facevo cenno prima.

Mathieu Jaton

Quali sono i concerti di questa edizione sui quali puntate maggiormente ?
Janet Jackson è un concerto che attendo con impazienza. Ci sono anche i tre tour di addio (Elton John, Joan Baez e Anita Baker) che mi toccano particolarmente. Tre date uniche in Svizzera per concerti che saranno carichi di emozioni.

Janelle Monae

Oltre ai palchi principali, troviamo anche il Lab con una serie di eccellenti e frizzanti proposte musicali. Qual è l’obiettivo del Lab ?
Il Montreux Jazz Lab accoglie sia nuovi talenti sia artisti affermati. È un vero laboratorio per esperimenti musicali. Si può ascoltare musica elettronica, rock, jazz o pop. Questa sala non ha limiti in termini di stile.

Nel corso degli anni, il festival ha incluso sempre più artisti non propriamente appartenenti all’universo jazzistico. Quali sono le ragioni di questa scelta ?
Questa non è scelta nuova. Per esempio, Claude Nobs aveva già iniziato a proporre nuovi generi musicali con la musica latina. Il jazz è soprattutto uno stato mentale. Vogliamo tornare ai fondamenti della musica jazz, che riguarda la condivisione e la collaborazione. È libertà e amicizia tra musicisti. È questa musica che stiamo sostenendo, non è una definizione in se ma è lo stato mentale che è importante per noi e che vive nella House of Jazz, creata l’anno scorso.

Quincy Jones

Qual è la maggiore difficoltà nell’organizzare un festival come il Montreux?
La più grande difficoltà è sapere come preservare le tue convinzioni, continuare a seguire le tue intuizioni ed essere coerente con la storia del festival, ma adattandoti al futuro. Oggi tutti hanno un’opinione su tutto, e devi essere convinto delle tue scelte e capace di seguire il tuo intuito. Nel mondo artistico, anche se non sei un artista, devi adattarti a qualsiasi situazione.
Per il programma completo del festival: montreuxjazzfestival.com
Alceste Ayroldi