Marc Ribot Trio – Umbria Jazz Winter – 30 dicembre 2017

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Marc Ribot Trio - foto Francesco Spezia
Marc Ribot Trio - foto Francesco Spezia

Marc Ribot Trio featuring Henry Grimes e Chad Taylor – Museo Emilio Greco – Umbria Jazz Winter 2017 – 30/12/2017

Ascoltare dal vivo il trio di Marc Ribot, con una leggenda vivente come il contrabbassista Henry Grimes, è stato un autentico privilegio. Esistono momenti in cui l’emozione di trovarsi a contatto con una pietra miliare del jazz, la consapevolezza di un progetto musicale ben congegnato e la pura emozione scatenata dai musicisti fanno un tutt’uno dal quale è impossibile astrarsi per un’analisi asettica e distaccata.

Osservare Henry Grimes, pur amorevolmente accudito dalla moglie, muoversi in maniera così incerta e sedersi sullo sgabello dando l’impressione di poter cadere da un istante all’altro è una visione da stringere il cuore e far nutrire seri dubbi sulla possibilità che quest’uomo tanto provato sia in grado di suonare. Ma nell’istante in cui Ribot dà il via al concerto avviene il miracolo della resurrezione, e Grimes torna a vivere nella propria musica. Questi personaggi leggendari possono essere provati dalla vita e dalle malattie, ma nella simbiosi quasi fisica con il loro strumento ritrovano quella linfa vitale che riaccende il proprio animo nello stesso istante in cui si mettono a suonare.

Henry Grimes, Marc Ribot Trio
Henry Grimes, Marc Ribot Trio – foto Francesco Spezia

In un contesto totalmente basato sull’interplay – anche se l’energia proviene dal chitarrista e dal batterista – l’emozione pura arriva dall’ottantaduenne contrabbassista: sempre sul tempo, sempre centrale nel gruppo e comunque ispirato nei suoi assolo. Il repertorio è lo stesso dell’album registrato dal vivo per la Pi Recordings cinque anni fa al Village Vanguard e quasi totalmente votato al free jazz degli anni Sessanta, dei quali Grimes fu diretto protagonista: i brani sono di Albert Ayler (un elettrizzante Bells e The Wizard) e del tardo John Coltrane, con l’impellente urgenza espressiva di Sun Ship.

marc ribot trio

Chad Taylor ha confermato il suo immenso talento, alternando momenti di controllato furore e uscite solistiche, nella delicata ricerca di suoni eterei. Il camaleontico Ribot, capace di reinventarsi continuamente plasmando generi e situazioni dentro (e più spesso) ai confini del jazz, ha guidato con piglio e grande intensità ponendo la sua chitarra in coraggiosa alternativa ai sassofoni dei leggendari creatori di questo repertorio e uscendone a testa alta. Grimes ha costantemente dato l’opportuna profondità al suono del trio, passando dal pizzicato all’arco, tecnica questa con cui ha donato brevi momenti di grande poesia.

I tre musicisti hanno offerto, in meno di un’ora, uno stuolo di situazioni assai diverse tra loro, come è purtroppo raro ritrovare nella maggior parte dei concerti odierni.

La cornice del Museo Emilio Greco ha fatto il resto, con i pochi spettatori ammessi in questo piccolo e suggestivo spazio disposti a pochi metri dai musicisti, in una dimensione tanto intima da rendere l’esperienza indimenticabile.

Giancarlo Spezia