Louis Sclavis e Massimo Giuseppe Bianchi – Musiche nuove a Rima – 11 agosto 2019

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Rima è un piccolo paese di origine Walser ai piedi del Monte Rosa, in Valsesia, situato a ben 1417 metri di altitudine ed è una frazione del comune di Alto Sermenza (VC). Forte di una popolazione di una sessantina di anime esso è sede da 16 anni di un festival jazz organizzato dalla proloco che propone nel mese di agosto 2 / 3 appuntamenti di notevole valore artistico. Si tratta di un luogo di grande bellezza e suggestione, con tutti gli edifici costruiti in pietra e legno, secondo la tradizione e lo stile Walser.

La chiesa è il luogo deputato ai concerti, piccola e raccolta essa offre una acustica spettacolare e permette ai musicisti di esibirsi in modalità totalmente acustica, togliendo quell’inevitabile velo creato dalle amplificazioni e permettendo al pubblico di fruire questi concerti in tutta la inusitata ricchezza delle armoniche originarie.

La rassegna di quest’anno era aperta da Louis Sclavis accompagnato dal pianista Bianchi. Il vulcanico clarinettista francese è pedina importante nella prestigiosa scuderia ECM e Manfed Eicher lo utilizza felicemente sia per progetti come leader che come accompagnatore capace di donare colori trasversali a progetti di altri musicisti.

In questo caso specifico le composizioni di Sclavis anche se concepite per organici più ampi sono state arrangiate per il duo con pianoforte in maniera incisiva ed efficace. Così si sono toccati molti tasti della poetica dell’artista transalpino, la cui musica è ormai completamente orientata ad esplorare le potenzialità del clarinetto, strumento nel quale la purezza e limpidezza del suo suono è proverbiale. La capacità di variare atmosfere ed umori, di alternare sogno con inquietudine, di incrociare felicemente sapori mediterranei con canzone popolare ne fanno un autore che sa rendersi comprensibile ed apprezzabili a molti livelli diversi, suscitando ad ogni tipo di pubblico una emozione che immediatamente diviene felice e persistente ricordo. Sclavis ha eseguito brani come Cedre, Contre contre, Le sommeille des sirenes, La visite, La dame de Martigues, Petite Valse.

Del resto Massimo Giuseppe Bianchi, pianista dal tocco sublime che ci piacerebbe sentire più spesso in ambiti jazz confessa candidamente che la musica di Sclavis, malgrado la sua notevole complessità, diviene facile da eseguire se ci si lascia guidare dal sentimento dalla sua intima emozione. A proposito di questo splendido musicista, che già altre volte si è esibito a Rima, va detto che attualmente incide per la Decca ed è ai vertici dello strumento nell’ambito classico.

Questa piccola rassegna ha molti meriti e consiglieremmo a chiunque di seguirla non solo per l’intrinseco valore dei concerti ma per il magico incanto del luogo in cui si tengono, che vale sicuramente la visita. Esso è tale che due musicisti come Michel Godard e Francesco D’Auria che si erano già esibiti in questo luogo hanno chiesto di poter registrare nella stessa chiesa il loro nuovo lavoro “Amor Sospeso”, disco coraggiosamente prodotto dalla Proloco Rima per l’etichetta Abeat: esso si apre con il suono della fontana di Rima e si chiude con le campane della stessa. Miracoli dei Walser.

Giancarlo Spezia