Lee Konitz Quartet – Piacenza Jazzfest – 20 marzo 2018

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Lee Konitz Quartet – Piacenza Jazzfest – 20 marzo 2018
Lee Konitz Quartet – Piacenza Jazzfest – 20 marzo 2018 - foto Giancarlo Spezia

Lee Konitz Quartet – Piacenza Jazzfest – Milestone Club – 20 marzo 2018

A tre giorni dal memorabile concerto di Michel Portal, il Piacenza Jazz Festival ha accolto un altro grande vecchio del jazz, anzi probabilmente l‘ultimo dei grandi creatori del dopoguerra e degli anni ruggenti di questa musica a essere ancor in attività, dopo il ritiro dalle scene di Sonny Rollins. Proprio così: originario di Chicago ma presto trasferitosi a New York, Lee Konitz fu immediatamente sodale di Lennie Tristano e quindi co-fondatore di quel nonetto a nome di Miles Davis che nel 1949 fu l’emblema del cool jazz, accomunando personaggi come Gil Evans e Gerry Mulligan, per quella che fu una svolta epocale all’insegna di una visione intellettuale e raffinata della musica. Da allora Konitz è stato un musicista universalmente ricercato per le più svariate collaborazioni oltre spesso a testa di sue formazioni, tra cui un altro splendido nonetto attivo tra gli anni settanta e novanta ed una sterminata serie di duetti soprattutto con pianisti (tra i quali Gil Evans ed Umberto Petrin).

La sua voce strumentale è inconfondibile, retaggio di quegli anni ruggenti nei quali i musicisti si formavano spesso da autodidatti e, per guadagnarsi il successo tra una concorrenza spietata, dovevano sviluppare un proprio stile e un proprio suono.

Lee Konitz Quartet – Piacenza Jazzfest – 20 marzo 2018
Lee Konitz – Piacenza Jazzfest – 20 marzo 2018 – foto Angelo Bardini

Sicuramente azzeccata la scelta di tenere questo concerto nella calda atmosfera di un jazz club dalla splendida acustica come il Milestone, anche se il grande numero delle richieste ha obbligato gli organizzatori a raddoppiare il set.

In questi casi risulta sempre difficile disgiungere l’emozione di essere a pochi metri da questi mostri sacri del jazz da quella suscitata dalla loro musica.

Forte dei suoi 91 anni, Konitz si è presentato alla testa di un gruppo con Florian Weber al pianoforte, Jeremy Stratton al contrabbasso e George Schuller alla batteria. Gioviale come sempre, ha scherzato col pubblico e – da consumato showman – ha centellinato le energie eseguendo i classici del suo repertorio come ‘Round Midnight, What Is This Thing Called Love o Subconscious Lee, alternando al sassofono la voce. Ma, una volta rotto il ghiaccio, Konitz ha ancora una volta incantato con la magia del suo sound, ricchissimo di armoniche, sempre proteso alla ricerca della nota giusta in maniera mai banale o scontata, grazie alle sue sfuggenti improvvisazioni e alla capacità di entrare trasversalmente nella ritmica.

Lee Konitz Quartet – Piacenza Jazzfest – 20 marzo 2018
Florian Weber, Lee Konitz e Jeremy Stratton – Piacenza Jazzfest – 20 marzo 2018 – foto Angelo Bardini

Nel primo set Konitz ha abbondantemente economizzato sul suono del sax, ma nel secondo ha speso tutta l’energia residua, uscendo a testa alta dopo una performance estremamente poetica: l’emozione del pubblico era palpabile. Bravissimi gli accompagnatori, abituali partner di Konitz, che hanno prestato enorme attenzione al maestro durante tutto il concerto. Tutto tranne che routine, solo poesia per questo gigante del jazz.

Giancarlo Spezia

George Schuller - Piacenza Jazzfest - 20 marzo 2018 - foto Giancarlo Spezia
George Schuller – Piacenza Jazzfest – 20 marzo 2018 – foto Giancarlo Spezia