Lee Konitz – JazzMi 2017 – 4 novembre

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Lee Konitz JAZZMI 2017

Lee Konitz – JazzMi 2017 – Teatro dell’Arte, Milano 04 novembre 2017

Imperturbabile come una sfinge, Lee Konitz sfida l’inesorabile scorrere del tempo. Questo novantenne survivor del jazz, che ha vissuto da grande protagonista alcune delle pagine più alte di questa musica, riesce ogni volta a stupirci offrendo concerti indimenticabili.

La magia si è realizzata anche al Teatro dell’Arte per il festival JazzMi, che con un cartellone denso e sfolgorante riporta Milano al centro del panorama jazzistico nazionale. Il direttore artistico Luciano Linzi ha presentato con emozione il concerto, e il sassofonista di Chicago ha risposto con una performance superlativa. Da consumato uomo di spettacolo, Konitz ha centellinato le forze alternando il canto al sassofono e si è preso momenti di pausa per dialogare con il pubblico, facendolo cantare e fischiettare all’unisono e fermandolo di colpo con aria disgustata, per il risultato non idoneo alle sue aspettative.

Uomo gioviale e ironico, Lee possiede una sublime capacità di intrattenimento, ma ascoltarlo dal vivo resta un’esperienza unica, diversa e imprevedibile. Non importa che praticamente da sempre si limiti a suonare sue classiche composizioni come Subconscious Lee, alternandole a quelle di Lennie Tristano e a vecchi standard come What Is This Thing Called Love o Darn That Dream: la sua ricerca del suono, l’attenzione alla nota, la capacità di insinuarsi nella sezione ritmica in maniera inusuale ed inaspettata trasformano ogni brano in un capolavoro di sottile improvvisazione, ornandolo di un’aura di piacevole freschezza. Per non parlare del meraviglioso suono strumentale del suo sax contralto: morbido, avvolgente, ricchissimo di armoniche e lirico come solo da lui può scaturire.

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Servono partner di eccezione, per accompagnare degnamente un tale gigante della musica, e difatti a fargli corona sul palco c’erano il fidato e fedele batterista George Schuller (figlio del grande compositore Gunther), musicista assai sottovalutato rispetto al suo notevole valore, Jeremy Stratton al contrabbasso, anch’egli assiduo frequentatore di Konitz, e Dan Tepfer al pianoforte, autore di una performance eccellente, sempre perfettamente in linea con le richieste del leader.

Alla fine Konitz ha scherzato col pubblico dicendo: «Ho cent’anni…. No, veramente sono novanta ma eccomi ancora qui, felice di esserci…». Anche noi.

Giancarlo Spezia