Kenny Garrett Quintet “Do You Dance!” – Piacenza Jazzfest

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Kenny Garrett 05.03.2017 Piacenza - foto Francesco Spezia

6 marzo 2017, Teatro President – Piacenza

Il concerto piacentino del gruppo del sassofonista Kenny Garrett ha mostrato i molti volti di un musicista indiscutibilmente controverso e probabilmente roso da dubbi interiori. Reso noto al grande pubblico dalla sua presenza al fianco dell’ultimo Miles Davis, Garrett non ha mai realmente sfondato alla testa di gruppi propri, ma è uno strumentista apprezzato e richiesto. Lo scorso anno ha suonato nel gruppo di Chick Corea facendosi apprezzare per il suo fraseggio dinamico ed incisivo, opportunamente calato nelle intelligenti strategie coreane.  

Altra storia quella vista a Piacenza. Circondato da Vernell Brown al pianoforte, Corcoran Holt al contrabbasso, Marcus Baylor alla batteria e Rudy Bird percussioni e voce, il sassofonista ha iniziato un paio di lunghi brani, nei quali sosteneva con tesi e torrenziali assoli dal sapore coltraniano tutto il peso della performance sul sottofondo di un accompagnamento monocorde ed in apparenza volutamente reiterativo, ove spiccavano solo i vocalizzi del percussionista, tanto da chiedersi se si trattasse di una scelta progettuale o di una mancanza di interplay con gli accompagnatori, più collaborativi in altre parti del concerto.

Il batterista Marcus Baylor 05.03.2017 Piacenza – foto Francesco Spezia

A questa prima parte ieratica e tumultuosa è seguita, con un improvviso cambio di atmosfera una lunga suite, dove il sax ha preso una via meditativa ed eterea il cui momento migliore è apparso il duo con il contrabbasso suonato con l’archetto. Garrett qui ha dato buona prova di lirismo e controllo, intessendo i più significativi fraseggi del concerto.

Kenny Garrett 05.03.2017 Piacenza – foto Francesco Spezia

A questo intermezzo è seguita una parte di maggiore libertà espressiva dei singoli musicisti sulla suggestione offerta dalle atmosfere che furono tipiche dell’ultimo Miles Davis, in sospeso tra fremiti funky ed atmosfere oniriche, in un evidente omaggio all’antico mentore. In questo scemare di luci l’accompagnamento ha lasciato quasi solo il leader a enunciare una stralunata medley su frammenti di My Favourite Things, Summertime, Yankee Doodle, A Night in Tunisia, che non ha saputo emozionare.

 

 

 

A quel punto il finale del concerto è stato intessuto sul proposito dichiarato nel titolo di questo progetto e del suo ultimo album: chiedere al pubblico di battere le mani a tempo, indurlo al canto chiedendogli un call and response su un semplice motivo per terminare il coinvolgimento nella danza sotto al palcoscenico , intento riuscito con i piacentini più trasportati emotivamente da questa performance.

Un concerto dalle tante anime, come se Garrett non volesse scontentare proprio nessuno introducendo frammenti del proprio illustre passato come pulsioni pop o facilmente danzabili. Probabilmente, pur trovandoci di fronte ad uno strumentista di vaglia, manca l’impressione di una personalità decisa e pronta a mettersi in gioco per affermarsi con un proprio progetto originale ed autonomo.

Giancarlo Spezia

Il percussionista Rudy Bird 05.03.2017 Piacenza – foto Francesco Spezia