John Surman solo – Novara Jazz – 9 giugno 2018

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John Surman sbanca a Novara nella Basilica di San Gaudenzio

John Surman solo – Novara Jazz Festival – Basilica di San Gaudenzio , 9 giugno 2018

Il Novara Jazz Festival continua ad essere una manifestazione di riferimento nel panorama nazionale per il fitto coinvolgimento del tessuto sociale e per le scelte artistiche avulse da contesti commerciali che spesso risultano condizionanti. Ne è testimonianza la chiamata per un singolo concerto italiano di John Surman, musicista da anni poco visibile nel nostro paese (anche se fortunatamente pochi mesi fa Crossroads ha portato a Cassero Jazz il suo ultimo eccellente trio).

Una esibizione in solo di John Surman è da sempre un evento speciale: la sua voce così originale da risultare inconfondibile, le delicate trame sonore che gli sono tipiche, la capacità di emozionare hanno trovato nella maestosa Basilica di San Gaudenzio un luogo in grado di stimolare ed interagire con il sassofonista inglese.

La dimensione totalmente acustica ha ridotto il parco degli strumenti a sax soprano e clarinetto basso, facendo rinunciare alle elettroniche che accompagnano Surman sin dai tempi di “Upon Reflections”. Come ha anticipato lo stesso musicista al pubblico era impossibile preordinare una musica per quel luogo così magico e particolare, per cui questo concerto sarebbe rimasto unico ed irripetibile.

John Surman nella suggestiva cornice della Basilica di San Gaudenzio

Il silenzio più attento e totale della gremita Basilica Surman ha iniziato con il soprano cercando il suono di questo luogo sacro. Ed esso è arrivato attraverso un nitido riverbero, un eco dilazionato lontano ma udibile e anche grazie alla sensibilità del musicista mai confuso o distorto. Le note lunghe vedevano amplificata la loro profondità con un effetto di delay difficilmente ottenibile da una elettronica, anche perché esso pareva arrivare da tutta la Basilica e Surman ha effettivamente duettato con essa.

Su questo sottofondo sonoro magicamente creato su note lunghe e sospese, ingigantite dal riverbero, Surman agitava i suoi guizzanti bozzetti, come un delfino che salti fuori dalla superficie del mare per poi rituffarcisi, ed il sassofonista ha mano a mano alzato il tiro concludendo con un elettrizzante e travolgente assolo in respirazione circolare.

A quel punto tutti si sono resi conto che ci si trovava dentro ad un evento dalla intensità irripetibile ed il termine del primo brano è stato salutato da una vera ovazione, quasi liberatoria della tensione accumulatasi.

Surman è quindi passato al clarinetto basso, strumento con il quale era difficile ottenere nuovamente l’effetto di eco ma esso è comunque uno strumento dal suono sacrale e l’intelligente improvvisazione del consumato artista ha fatto sì che la attenzione rimanesse altissima grazie a quel personale fraseggio che lo ha reso celebre ed è stato all’altezza dei suoi più celebrati dischi in solo.

L’artista è quindi ritornato al Sax soprano per un terzo conclusivo brano dove ritrova l’effetto di riverbero della Cattedrale e nel quale ha dispiegato tutta la varietà della sua caleidoscopica tavolozza. L’improvvisazione si è fatta torrenziale, quasi di matrice coltraniana, sciogliendosi in momenti meditativi mai cupi, quasi una immagine della vivace allegria di quest’uomo.

Una performance brevissima, circa 25 minuti di musica, ma dalla intensità indimenticabile per chiunque abbia avuto la fortuna di trovarsi a Novara in una bella mattina di giugno per l’evento bandiera del festival. John Surman alla fine della sua esibizione ha ricevuto la onoreficenza che viene assegnata ogni anno al musicista più rappresentativo in cartellone, in una scelta che probabilmente ha messo d’accordo tutti gli spettatori.

Giancarlo Spezia

Fotografie di Francesco Spezia

John Surman premiato da Corrado Beldì e Riccardo Cigolotti con la Chiave d’Oro NovaraJazz 2018