Nasce l’Ipogeo Records. Intervista a Filippo Cosentino

Con il direttore e patron Filippo Cosentino parliamo della sua nuova casa discografica e di tante altre novità che lo vedono protagonista.

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Ciao Filippo e bentornato sulle pagine di Musica Jazz. Diverse novità, ma quella che salta subito all’occhio è l’Ipogeo Records. Una nuova avventura, che però corre su un parallelo diverso, quello della produzione discografica. Perché hai voluto percorrere anche questa strada?
All’attività di compositore e di musicista ho sempre affiancato quella di produttore. In questo senso non è una novità, lo è aver fondato una etichetta con la voglia di lavorare per altri artisti e produrre musica che rappresenti la dimensione artistica di chi la scrive. Non sono solo, IpogeoRecords nasce con me e Federico Mollo con cui in passato avevo già lavorato a svariate produzioni. Ora però abbiamo voluto creare l’etichetta per condividere la nostra esperienza con altri. Seppur con soli due anni alle spalle, siamo già una etichetta molto solida e in grado di assicurare tutta la filiera produttiva dal recording alla distribuzione che è sia digitale che fisica.

Immagino che ci sia una connessione con Dragonfly Music Studio. E’ così?
Assolutamente. Il DMS è stato fondato con una precisa filosofia: privilegiare la qualità acustica degli strumenti e le grandi doti musicali dei molti musicisti che stanno scegliendo il nostro studio per registrare i propri lavori. A questo si associa la competenza in fase di post-produzione audio. È lo studio principale nel quale produciamo per la nostra etichetta IpogeoRecords, nonostante questo abbiamo una rete di altri studi a noi connessi per progetti particolari come potrebbe essere un ensemble orchestrale.

Nonostante la giovane età dell’etichetta, avete già riportato qualche lusinghiero risultato, a quanto pare…
Nell’anno di esordio abbiamo fatto già qualcosa di incredibile, che non ci saremmo sicuramente immaginati prima! A febbraio abbiamo presentato un singolo del nostro giovane cantautore Drew Righi a CasaSanremo. Successivamente lo scorso autunno abbiamo avuto due lavori candidati alla nomination ai Grammy®: il mio disco Heros, un disco R&B e il musical Carlotta: the musical di James Spellman con mia colonna sonora. Heros è stato anche fra i best seller di Amazon Music. Il prossimo obiettivo è ovviamente portare più produzioni possibili ai vertici delle classifiche digitali e fisiche.

Filippo Cosentino

Quali sono le produzioni di cui ti sei occupato fino ad ora?
Abbiamo prodotto il piano solo di Alessio Pamovio dal titolo Multiverse, un disco davvero bello e di cui consiglio a tutti gli amanti del piano di ascoltarlo. Making Monsters, il disco del sassofonista Giuseppe Di Filippo. La colonna sonora di Carlotta: the musical e il mio album Heros. In merito a Carlotta: the musical di James Spellman, ho seguito anche la produzione dal vivo nei teatri con un cast formidabile di talenti da tutta Italia. Infine in etichetta è presente una sezione dedicata ai giovani cantautori italiani di cui fanno parte alcuni ragazzi davvero promettenti.

Invece, quali sono quelle in corso d’opera?
Arriveranno il secondo disco di Alessio Pamovio per Ipogeo Records, questa volta in trio; entrerà in etichetta Attilio Pisarri con un bellissimo disco in duo, ci sarà il mio in trio con Marc Copland e Daniele Bertone. Per la sezione del catalogo dedicata ai cantautori esordirà con noi il giovanissimo Giorgio Magliano con un disco molto elegante di canzoni per voce, chitarra e archi. Nell’autunno è attesa poi la produzione del nuovo musical di Spellman di cui sto ultimando la colonna sonora. Nonostante questo siamo sempre alla ricerca di nuovi progetti, musicisti e artisti. Ci tengo particolarmente a ringraziare Piatino Pianoforti per essere nostro partner nelle produzioni.

Quali sono i criteri che segui per selezionare i lavori di cui occuparti?
La coerenza. Qualsiasi degli artisti di Ipogeo potrà confermarlo: mi piace parlare della musica che ci viene sottoposta, capire se c’è aderenza fra la persona e la musica perché questa è lo specchio di chi siamo, non può essere altrimenti. Se è così, se quello che suoniamo ci rappresenta, il resto è più facile.

Filippo, questa attività sottrae tempo alla tua professione di musicista?
Non molto. L’attività artistica, al momento, è estremamente florida. Sto scrivendo un paio di colonne sonore e ho appena terminato un periodo piuttosto intenso di produzione dei miei nuovi progetti. Gli ultimi due anni (2021 e 2022) sono stati davvero pieni e con molte nuove esperienze fra cui l’esecuzione di un mio quartetto d’archi alla Filarmonica di Leopoli, il novembre prima dello scoppio della guerra. La tournée 2022 è stata impegnativa e con molte soddisfazioni. Sto lavorando a quella nuova per quest’anno con il nuovo trio e non vedo l’ora di suonare dal vivo il materiale che abbiamo inciso. La mia grande fortuna è contare inoltre su un team efficiente e competente: mi espongo e ci metto volentieri la faccia ma siamo un bel team di lavoro. Senza un team affiatato i risultati ottenuti nel 2022 non sarebbero arrivati.

Marc Copland

A tuo avviso il mercato discografico è in ripresa?
Non sono io a dirlo ma i dati dei report. Il mercato mondiale discografico a metà 2022 era cresciuto del 18%. Stessa percentuale per quello italiano. Il mercato digitale è salito del 9% con un incremento del fatturato globale dello 0,3% e Goldman Sachs continua a darlo in crescita fino al 2030. In una fase di espansione come questa e con le competenze necessarie, c’è sicuramente lo spazio necessario per inserirsi. La questione principale è il modello di business che si vuole proporre. Il nostro di Ipogeo Records è sostenibile e per questo guardiamo al futuro con molta fiducia.

Secondo te, quanto lo streaming incide sulle vendite dei dischi?
La musica digitale è oramai la regina incontrastata, anche qui non sono io a dirlo bensì i dati dei vari report accessibili a tutti. Basta cercarli su Google o direttamente nei siti dedicati. Il fisico è un mercato sicuramente in ripresa, a cui sono personalmente estremamente legato ma che oggi ha quasi cambiato la propria natura: il CD o il vinile da supporto musicale diventa oggetto da collezione. Qui torniamo quindi al modello di business che ogni label decide di applicare.

Quali strategie di marketing hai adottato o intendi adottare?
Il marketing migliore che una label possa fare è produrre bella musica, di alta qualità e in alta definizione. A questo associamo dal 2023 sia la distribuzione digitale che fisica, in tutti i maggiori stores e negozi o librerie. Questo significa che a seconda del progetto musicale e della sua portata andremo a valorizzare un mercato piuttosto che un altro o entrambi. A questo associamo le competenze interne in merito alla valorizzazione dei contenuti online e offline.

Il sistema dell’industria musicale italiano ha bisogno di qualche cambiamento?
Il tempo porta cambiamenti e con esso anche noi dobbiamo adeguarci. La mia personale sensazione è che gli stores digitali abbiano appena iniziato a scoprire il jazz italiano: dipende tutto dal fine che ci si pone. Se è tendere allo status quo dell’era pre-digitale, allora è la strada giusta. Se lo è invece accedere anche a un nuovo pubblico, avvicinare una nuova generazione allora c’è ancora molto da fare. Per fortuna il digitale offre infinite possibilità e cosi scopriamo che oltre all’Italia, i Paesi nei quali Ipogeo Records va forte sono Stati Uniti, America Latina, nord Europa e recentemente abbiamo avuto dei picchi in alcune Nazioni asiatiche.

Se ti offrissero di fare dei concerti nel Metaverso accetteresti?
Serenamente. La domanda che ci dobbiamo fare è: perché facciamo musica?  Se la facciamo per condividere con il pubblico quello che creiamo, allora non deve interessarci se il modo di incontrarci è in un auditorium o nel Metaverso. Per altro il Metaverso offre infinite possibilità in merito alla partecipazione allargata del pubblico il più eterogeneo possibile.

A proposito di concerti, come procede la tua attività di musicista?
Il giro dei concerti riprende a marzo e proseguirà fino l’autunno, stiamo lavorando per realizzare una splendida tournée di promozione del nuovo lavoro appena finito di incidere in trio. Tanta musica da suonare, scrivere e da produrre. Molto lavoro ma anche molta felicità.
Alceste Ayroldi