
Li abbiamo lasciati a luglio in occasione dalla data milanese al Castello Sforzesco, li abbiamo seguiti nei festeggiamenti londinesi per il loro 40° anniversario e li ritroviamo nella consueta settimana di residenza al Blue Note. Sono gli Incognito, la band guidata dal 1979 da «Bluey» Maunick e che nel corso degli anni ha visto diversi cambiamenti tra strumentisti e cantanti. Ma il leader è sul palco esattamente come quarant’anni fa e l’energia di cui è capace è l’elemento che determina una simile longevità.
Lo avvertono i componenti del gruppo che, come sempre, si cimentano in esibizioni impeccabili anche quando, come in questo caso, eseguono due set a serata per cinque giorni filati. La sinergia che lega tutti quanti è davvero straordinaria, soprattutto se pensiamo al numero di musicisti presenti sul palco, in questa occasione ben quindici.

Anche questa volta aprire i concerti tocca a Roberta Gentile & Late Set, ovvero Elio Marrapodi alla chitarra, Nicholas Celeghin alla batteria, Paolo Raia alle tastiere e Giovanni Doneda al basso. Brano introduttivo, da qualche tempo, è la celebre Che male c’è di Pino Daniele. Non a caso, la voce seducente e di stampo soul della cantante ha stregato Maunick, che ha deciso di produrre Roberta e inglobarla nella sua famiglia in giro per il mondo. E lei continua a incantarci con il suo particolare talento. Tanto che l’atmosfera nel locale è subito accesa, notte dopo notte, da un pubblico che ammira le esecuzioni e si lascia completamente travolgere. Si respira aria di gioia e l’istinto è trascinato verso un’unica azione: ballare!

Non mancano anche momenti molto toccanti, come quando sulle note di Spellbound & Speechless, Joy Rose si lascia andare in improvvisazioni da far tremare la sala. Oppure la bella e breve citazione della Sunset di Nitin Sawhney eseguita da Megan Kahn, una splendida new entry. L’altra donna della famiglia è la sempre affascinante Imaani, la cui presenza regala quel tono di familiarità, naturalezza e sofisticatezza di forte impressione.



Sempre in ambito vocale, le ultime due serate hanno visto il ritorno a sorpesa di Tony Momrelle: regalo graditissimo al pubblico degli affezionati. La guest star è stata invece James Berkeley, della soul band Yakul, che si è esibito su After The Beat Has Gone e Shine, tratte dall’ultimo lavoro degli Incognito, «Tomorrow’s New Dream».


Dallo stesso disco abbiamo potuto ascoltare anche Say What’s On Your Mind, Now That I’ve Found You e Haze Of Summer. Ma non potevano mancare i classici, brani che hanno fatto la storia e che ancora piace ascoltare, come Colibri, Don’t You Worry ‘Bout a Thing, Spellbound and Speechless, Always There e l’intramontabile Still A Friend Of Mine. Le vibrazioni sono assicurate e tali resteranno fino al prossimo ritorno degli Incognito!





Soukizy