IL MONDO DI NOEL ROSA SECONDO SANDY MULLER (SECONDA PARTE)

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Rispetto al tuo primo disco è il caso di dire che la musica è cambiata. Cosa è cambiato in Sandy Muller?

Sono passati nove anni dal mio primo cd. La mia musica è cambiata sicuramente; è più adulta, più consapevole, più personale e molto serena, come mi sento ora.

Per certi versi la tua nuova linea artistica l’avevi tracciata in «Falsa Rosa», lavoro di ricerca che si legge anche in questo tuo nuovo album. Quanto è importante per te la ricerca della musica popolare brasiliana?

La ricerca principale è quella che conduco dentro di me. Come ti dicevo la musica è lo specchio di me in un dato periodo della vita. Per essere comunicativa devo parlare di qualcosa che mi interessa davvero in quel momento. Noel è stato un momento di approfondimento di un periodo della musica popolare brasiliana e mi sono sentita benissimo a vestire i suoi panni, a cantare la parole che ha scritto. Ascoltando il suo vasto repertorio mi ha fatto conoscere una Rio lontana nel tempo, una Rio che non esiste più ma che le sue parole terranno sempre viva.

Ed è stato difficile ricercare e lavorare sulle canzoni di Noel Rosa?

Non difficile, ma impegnativo. Ho ascoltato la sua discografia intera riunita in una recente raccolta discografica composta da quattordici cd. La scelta del repertorio non è stata semplice: ho dovuto scegliere solo dodici brani tra quasi duecentocinquanta dell’opera completa e, a malincuore, ho tralasciato molti brani bellissimi.

Qual è l’aspetto del suono di Noel Rosa che ti affascina di più?

Mi affascina la sua immediatezza, il fatto che cantasse con la propria voce naturale, non impostata. Tutto nelle registrazioni dei suoi brani è «grezzo», verace. E’ un suono concreto, sembra di poterlo toccare. Mi piace questa immediatezza.

Non tradisci mai la tua terra. Quali sono le tre cose che preferisci del Brasile?

L’umanità, la semplicità, l’imponenza della natura.

E quali le tre dell’Italia?

L’eleganza, la presenza della storia nelle sue città, il senso della tradizione.

Fita amarela sembra destinata a essere un hit single.

Questo brano è da sempre entusiasmante, trascinante, carico di vita, proprio come Noel. Credo abbia le carte in regola per essere ricordato. Mi auguro che faccia da apripista al cd e che susciti il desiderio di ascoltare gli altri brani di questo grande compositore.

Particolare cura hai prestato anche all’aspetto del packaging, affidando la copertina al fumettista Igort.  

Non avevo neanche stabilito un repertorio definitivo per l’album ma già avevo in mente l’idea di illustrare il libretto con dei disegni. Non sapevo però a chi chiedere di realizzare le illustrazioni. E’ stato il caso a portarmi ad Igort. Cercavo qualcuno che disegnasse con un tratto leggero e pulito e dopo parecchie ricerche ho trovato su internet una sua tavola. E’ stato un colpo di fulmine, mai visto un tratto così elegante, essenziale ed artistico. Gli ho scritto raccontandogli il mio progetto su Noel e da subito ci siamo intesi. Non sapevo quanto fosse conosciuto Igort: se avessi saputo con chi avevo a che fare, forse non avrei avuto il coraggio di invitarlo a lavorare con me!

Perché hai voluto registrare in due differenti studi?

Perché con questo cd non solo ho voluto portare la musica di Noel fuori dal suo Brasile ma l’ho voluto anche portare alla conquista di un mondo che non ha mai conosciuto personalmente. Un tocco di Europa nello splendido Artesuono di Stefano Amerio dove c’è una immensa cura nel riprendere strumenti e voce nelle loro più piccole sfumature perché il corpo della musica fosse centrata al meglio, ed un gusto cosmopolita per il missaggio nello studio newyorchese di Pat Dillett.

Noel Rosa a parte, a chi ti sei ispirata, per quanto concerne il canto, in questo disco?

Non è evidente nel tipo di voce che ho emesso in registrazione, perché non mi sarei riconosciuta se avessi tentato di riprodurle, ma le voci che sentivo in testa erano quelle dei grandi interpreti dell’epoca di Noel. Parlo di Francisco Alves, Aracy de Almeida, Mario Reis.

A conti fatti, cambieresti qualcosa del tuo disco?

No, sono molto soddisfatta del risultato. E poi come diceva Marcelo Costa durante la registrazione del nostro primo cd, ad un certo punto i brani registrati vanno lasciati andare! Se volessimo potremmo cambiare mille volte tutto il lavoro non perché non ci soddisfi quello che abbiamo registrato, ma perché ogni giorno siamo un po’ differenti dal giorno precedente. Il risultato che senti è la fotografia del momento in cui è stato registrato.

Continuerai per questa strada o hai già in mente altro?

E’ una domanda che mi sto ponendo proprio in questo giorni sai? Ma è presto per darti una risposta!

Dove sarà possibile ascoltarti dal vivo prossimamente?

Sono stata recentemente al Bravo Café a Bologna, al Blue Note a Milano, a Pescara al Caffè Letterario e a Foggia al Moody Café. In tutte le occasioni sono stata accolta con grande calore dal pubblico che ringrazio di cuore. Per i prossimi appuntamenti rimando alla mia pagina facebook o al sito www.sandymuller.it

A Ayroldi