
Come tutti i musicisti di vera razza l’ottanduenne Guido Manusardi sfida il tempo e l’età non solo continuando ad esibirsi ma soprattutto affrontando i grandi standard del jazz con una freschezza da impenitente giovanotto.
Mario Caccia, patron della etichetta discografica Abeat ha scelto di presentare il nuovo disco del trio di Manusardi in una cornice di eccezione: l’Hotel MO-OM di Olgiate Olona, una struttura futuristica affacciata sulla autostrada Milano – Laghi esempio di architettura moderna con una grande hall dalla sorprendente acustica. Caccia a tale proposito ha rammentato i tempi in cui in America il grande jazz era spesso ospitato nelle hall degli hotel più prestigiosi.

Sospinto da un pubblico entusiasta Manusardi ha snocciolato brani classici e di sua composizione nel solco della tradizione dell’hard bop perfettamente coadiuvato da un altro protagonista inossidabile del nostro jazz: l’ottantenne batterista Gianni Cazzola, personaggio allegro ed esuberante nella musica e nella vita, che è stato implacabile propulsore del gruppo. Non a caso Manusardi lo considera un partner ideale, al punto di avergli dedicato una sua composizione, Mr. G, anch’essa eseguita durante il concerto. La ritmica era completata dall’eccellente bassista Roberto Piccolo, garbato e sempre al centro del sound.

Manusardi ha sfoggiato tutta quella brillante tensione ed innato senso del tempo che sa rendere viva la musica e che lo rende ancora oggi uno pianisti più “swing” del nostro panorama, trascinando il pubblico in un intenso impatto emotivo che ha scatenato applausi a scena aperta, nella esecuzione di brani come But Not For Me, You Stepped Out Of a Dream, Exactly Like you.

Nel secondo set seguito all’intervallo al trio si è aggiunto l’altosassofonista Claudio Chiara, che ha arricchito la tavolozza del gruppo con un fraseggio mellifluo, lirico e malinconicamente teso che ha aggiunto profondità allo spettacolo meritando anch’egli il consenso del pubblico.
Giancarlo Spezia