
L’edizione 2019 della rassegna genovese è stata dedicata alle percussioni e le scelte del Direttore artistico Marco Tindiglia sono state molto stimolanti, spaziando tra musicisti e stili lontanissimi tra loro. Sul palco magnificamente affacciato sul Porto Antico di Genova si sono alternati nomi come David Weckl, Joey Baron, Peter Erskine, Trilok Gurtu ed Henry Cole.
Il 25 luglio è stato il giorno dello Jacob Bro Trio, in cui oltre al chitarrista danese sono presenti il basso di Thomas Morgan e la batteria di Joey Baron. La musica di questo trio è difficilmente classificabile e non assomiglia a null’altro che a sé stessa, come sospesa in un olimpico distacco dal resto del mondo.



Non è una formazione paritetica sotto il punto di vista dell’interplay: le composizioni di Bro sembrano scritte appositamente per la funzione armonizzatrice del contrabbasso e per la voce solista di Joey Baron ad improvvisare sul tappeto sonoro creato dai due comprimari.
La chitarra di Bro sfrigola in sottofondo, a basso volume, mai debordante, spesso reiterativa su pochi accordi, come se volesse essere sempre in disparte, o passare inosservata. In alcuni brani fa il proprio ingresso minuti dopo gli altri musicisti, facendo peraltro larghissimo uso di loop, distorsioni, effetti echo ed incanalano inesorabilmente il magma sonoro nella direzione desiderata. Dentro questa articolata costruzione Joey Baron dà prova del suo immenso talento. Sembra una belva feroce in gabbia, attento ad ogni nota dei compagni per liberare energia creativa, inserendosi negli spazi liberi ora con energia ora con delicatezza. Il suo ruolo è talmente primario che verrebbe da pensare che la formazione dovrebbe portare il suo nome ma indiscutibilmente l’edificio musicale è opera di Bro. Di fatto il batterista distrugge ogni forma di autocompiacimento o di elegiaca prosopopea, il suo è un impulso subitaneo, urgente e mai scontato, che crea una meravigliosa dicotomia per l’elegante architettura sonora costruita da Bro e Morgan.

L’esibizione genovese ha confermato quindi la modernità di una formula che pone la batteria in primissimo piano e proietta questa formazione ai vertici della musica contemporanea.
Giancarlo Spezia