Frank Zappa: «The Yellow Shark» alla Biennale di Venezia (Teatro Goldoni, 28 settembre 2018)

di Ivo Franchi

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Parco della Musica Contemporanea Ensemble di Roma, sotto la direzione di Tonino Battista.
Parco della Musica Contemporanea Ensemble di Roma, sotto la direzione di Tonino Battista.

Uno squalo giallo si aggira come uno spettro tra i canali di Venezia… Parte col botto la sessantaduesima Biennale Musica, e cioè con un omaggio a Frank Zappa e al suo «The Yellow Shark». E un motivo c’è. Quest’anno il titolo della rassegna – diretta da Ivan Fedele e in corso dal 28 settembre al 7 ottobre – era Crossing the Atlantic: a indicare sia il rapporto di reciproca influenza tra compositori europei e statunitensi sia le contaminazioni tra musica contemporanea e universi sonori extra accademici, dal jazz al rock fino al tango nuevo di Piazzolla (del maestro argentino, nell’ambito della kermesse lagunare, è stata proposta l’opera María de Buenos Aires). Non a caso, il Leone d’oro alla carriera è andato a Keith Jarrett che però, a causa di un improvviso problema di salute, non è venuto a ritirare il premio e ha annullato il previsto concerto per piano solo: gli appassionati si potranno parzialmente consolare con l’ascolto di «La Fenice», il doppio cd Ecm che il musicista di Allentown registrò il 19 luglio del 2006 nello storico teatro veneziano.

Ma torniamo a Zappa. In questi tempi bui, in cui la politica alza muri e steccati, l’opera del genio di Baltimora – di cui tra l’altro ricorre il venticinquennale della scomparsa – continua a creare ponti: tra rock d’avanguardia e jazz, tra cabaret dadaista, musica contemporanea e altro ancora. In tal senso l’esempio di «The Yellow Shark» è emblematico. Summa e sintesi della sua poetica, il lavoro è stato concepito tra il 1991 e il 1992, un anno primo della morte dell’artista, e realizzato in collaborazione con l’Ensemble Modern di Peter Rundel, gruppo tedesco specializzato nel repertorio zappiano e non solo.

 

Parco della Musica Contemporanea Ensemble di Roma, sotto la direzione di Tonino Battista.
Parco della Musica Contemporanea Ensemble di Roma.

A Venezia la partitura è stata eseguita in prima italiana dal Parco della Musica Contemporanea Ensemble di Roma, sotto la direzione di Tonino Battista. In più c’era una vecchia conoscenza della scena improvvisata radicale: il vocalist, percussionista e performer David Moss. Tra riprese di storiche composizioni di Zappa (Uncle Meat e Be-bop Tango) e nuovi brani (Get Withey), conditi da siparietti di teatro musicale (Welcome to the United States, con un esuberante Moss protagonista), l’esecuzione dell’orchestra romana è risultata complessivamente buona, anche se meno rigorosa e compatta rispetto all’originale, soprattutto sul piano ritmico. Riascoltare per credere l’album «The Yellow Shark», uscito nel 1993 su etichetta Rykodisc. C’è poi da dire che oggi, a un quarto di secolo di distanza, il lavoro appare meno rivoluzionario. E viene spontanea anche una considerazione: le partiture di Zappa sono assai più dirompenti in ambito rock – e suonate dalle sue Mothers of Inventions – che in versione contemporanea, dove risultano lievemente sterilizzate e fanno emergere i debiti del nostro (peraltro mai negati) nei confronti di Stravinskij e di Varèse. Siamo però sicuri che, ascoltando il concerto veneziano seduto su una nuvoletta, il maestro si sarebbe divertito.

Ivo Franchi