Francesco Digilio: il mio segreto? La democrazia!

4166
Francesco Digilio

Francesco, qual è il suo background artistico-culturale? 
La musica nella mia vita ha rappresentato da sempre una costante. Sin dalla più tenera età, infatti, ho approcciato con estrema naturalezza a questa forma d’arte. Ho cominciato a suonare il mio strumento, il pianoforte, all’età di sette anni e da lì in poi il resto è storia. Poco più che adolescente, dopo aver compiuto gli studi classici pianistici tradizionali che mi hanno formato, ricordo ancora i primi arrangiamenti fatti con l’Atari 1040 per l’emittente locale pugliese Teleregione Color. Questa collaborazione, durata circa dieci anni è stata fonte di tanta esperienza e stimoli che nel frattempo arrivavano. Nel 1999 giungo a Roma per seguire le preziose lezioni del maestro
Stelvio Cipriani del corso di perfezionamento di musiche per film. Affascinato dal sound della Città eterna decido di trasferirmici con la mia famiglia nel 2000, anno in cui cominciano anche le collaborazioni artistiche teatrali, cinematografiche e discografiche; nonché gli esperimenti con i generi musicali più vari: colonne sonore per film, funky, latin, pop, jazz e infine smooth-jazz.

«The Shades Of Smooth Jazz» nel giro di tre mesi ha superato il milione di ascolti sulle principali piattaforme internazionali. C’è una formula segreta?
Il segreto? Con una parola: la democrazia! Oggi come noto, il mondo degli utenti del web è quanto più libero di scegliere cosa ascoltare, cosa vedere. Certamente dietro ogni nostro progetto c’è una grande regia e selezione per tutto ciò che concerne i suoni, gli strumenti da utilizzare, la composizione e gli arrangiamenti, oltre all’apporto insostituibile degli illustri professionisti che da anni collaborano con noi.

Parliamo della sua collaborazione con Eric Daniel. Quando e come è iniziata?
La nostra conoscenza è stata frutto di una pura casualità. Arrivò presso il mio studio di registrazione nel 2015, nelle vesti di «coach linguistico» di un artista che in quel periodo stava incidendo un singolo. Con Eric ci siamo intesi sin da subito. Proprio in quel periodo ero immerso nella scrittura degli arrangiamenti dell’album «The Shades Of Smooth Jazz», ed un giorno, mentre si facevano gli ascolti delle pre-produzioni, Eric si sentì così catturato da ciò che in quel momento stava sentendo, che volle in modo del tutto spontaneo candidarsi a special guest del disco.

Francesco Digilio
La copertina dell’album Shades of Smooth Jazz

Chi sono gli altri musicisti che hanno collaborato al suo album?
Alla batteria Marco Rovinelli, al basso Francesco De Palma, alla chitarra Bruno Marinucci, al sax e flauto traverso Eric.

Jazz e smooth jazz: quali sono gli aspetti che fanno la differenza?
Bella domanda. Tra i due certamente vi è un “patrimonio genetico comune” ma lo smooth-jazz si caratterizza per le sue contaminazioni provenienti dal R&B, pop, fusion, funky, soul e latin che ne fanno un genere più fruibile e ripulito dalle complessità del jazz, che solo gli addetti ai lavori e gli appassionati possono, molto spesso, apprezzare e sperimentare personalmente. Ciò ne fa uno stile più commerciale e dall’enorme capacità potenziale: si pensi alle spa benessere, alle hall dei grandi alberghi, alle sale lounge, agli aeroporti per esempio. E la lista non finisce qui. Per concludere sulla domanda: punto di forza di questo genere è certamente la sua radiofonicità!

Lei è anche un produttore discografico. Quali sono i criteri con cui scegli gli artisti da produrre?
Per me è fondamentale la personalità dell’artista. Oggi più che mai siamo lontani dal periodo del “bel canto” italiano e dunque non è infrequente riscontrare spesso come giovani, magari non particolarmente dotati vocalmente riescano però, grazie ad idee interessanti (autorali e musicali) a fare numeri da capogiro nelle classifiche in ordine di views. Credo con tutta onestà che la più grande qualità che un giovane artista possa avere è quella di essere se stesso, cercare di essere originale senza emulare o imitare nessuno. Solo così è possibile distinguersi in questo campo come in ogni altro.

Chi sono gli artisti da cui trae ispirazione?
Bob James, Bob Acri, Boney James, Kenny G, Walter Beasley.

Quali sono i suoi prossimi impegni e i suoi progetti in cantiere?
Per fine gennaio 2018 è previsto il lancio di un doppio Album che racchiude le Hits internazionali più significative degli Anni Settanta e Ottanta, arrangiate in chiave smooth jazz, dal titolo «Hits ’70s – ’80s Reloaded».  A febbraio 2018 invece, un omaggio a Django Reinhardt dove parteciperà in qualità di guest star uno dei grandi nomi del panorama del jazz mondiale. Lo scoprirete prossimamente.

Alceste Ayroldi

Francesco Digilio
Francesco Digilio con Eric Daniel