
Duo Diego Allieri – Biagio Coppa, 11 marzo 2018, Salotto in prova Milano
Uscire di casa per recarsi ad un concerto la domenica pomeriggio, un momento della settimana senza stress di traffico e orari, aggiunge altra soddisfazione a quella che già ne procura in sè l’idea dell’ascolto.
Il concerto del Duo Allieri/Coppa era all’interno del calendario di eventi organizzati e ospitati a Milano dall’associazione Salotto in prova, nata per promuovere e sostenere l’arte – con preferenza per la musica – ospitando artisti e pubblico nella intima atmosfera di salotti privati, in una unione di reciproca concentrazione.
Il Duo di Diego Allieri al pianoforte e Biagio Coppa al sax soprano e tenore, nasce anni fa e si conferma in occasione dell’incisione dell’album di Allieri «Union Street», registrato nel dicembre 2015 a New York, lungamente frequentata da Coppa suonando e collaborando con musicisti attivi sulla scena della improvvisazione e della ricerca.
L’ambiente metropolitano dell’ampio loft che ci ospita amplifica la percezione di atmosfera newyorkese già ben suggerita dalle composizioni proposte, velatamente ci riportano a suggestioni e sonorità sentite con Tim Berne’s Snakeoil.
Diego Allieri si dedica allo studio della musica contemporanea e del jazz con inesauribile passione, e le nuove composizioni – proposte in anteprima in questa occasione – hanno come fonte di ispirazione la lettura del volume di Derek Bailey dedicato alla storia dell’improvvisazione musicale e l’analisi della tecnica di composizione di Olivier Messiaen, compositore e pianista francese.
Il repertorio propone un’alternanza di brani composti da Allieri, tanto essenziali fin dai titoli – Bis, Tre e Due – quanto introspettivi e immersivi, con altri di Coppa più dinamici già dai titoli – impronunciabili a parte Zoe, dedicato alla nascita della figlia e già inserito nell’album «23:54 – Get Moving» del 2014 – e dotati di un panorama sensoriale più colorato e saturo.
I brani eseguiti sono dimostrazione sia di istintiva interazione, di complementarietà e di complicità di visione che di assimilazione stilistica dell’avanguardia statunitense, e pongono sempre come punto di partenza una idea compositiva e la necessità di affrontare la materia con molte prove insieme.
Come scrivevo in apertura la soddisfazione è stata sin dall’inizio della giornata ma il piacere e la profonda adesione a ciò che si è ascoltato non sono stati mai scontati, anzi una tale capacità di creare un proprio linguaggio espressivo così audace, originale e ben radicato sono conferma di puro ingegno e talento.
Monica Carretta