Diario di Umbria Jazz 2019 – 19 luglio

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Diario di Umbria Jazz 2019

Il mattino è caldo, ma riserva una giornata carica di scorci e forme musicali. Nella sala Podiani tocca a Giovanni Guidi, classe 1985, a condurci in una immersione totale con il suo strumento. Le sue braccia, infatti, sembrano un’estensione del pianoforte, dal quale non si staccherà un solo istante per tutta la durata del concerto, un’ora circa. Un unico respiro profondo e orizzonti aperti. La sua espressione è sognante e i tasti, come se fossero inchiostro, dipingono una piccola favola per gli spettatori, completamente partecipi.

Giovanni Guidi (foto di Soukizy)

Al Teatro Morlacchi, Giovanni Serrazanetti si sofferma – presentando l’imminente concerto – sulla presenza dei giovani e dei bambini, che rappresentano l’importanza di investire sula crescita del pubblico. È la volta di Paolo Fresu e Lars Danielsson. I toni delicati del duo investono il teatro, gli applausi sono frequenti e sentiti. Conosciamo bene la sinergia tra i due musicisti e il forte legame che li unisce, capace di regalare prospettive sempre nuove. In scaletta anche un brano di Krysztof Komeda tratto dalla colonna sonora di Rosemary’s Baby: un momento davvero toccante. Non mancano poi né un piccolo momento ironico del trombettista né la doverosa ma sentita dedica a João Gilberto.

Paolo Fresu e Lars Danielsson (foto di Soukizy)

Arena, ore 21. Gli Snarky Puppy sulla scena. Un tripudio di freschezza e suoni ipnotici. Nove elementi votati a uno stato di energia pura, per la quale il nucleo della band è ben noto. Il sound è giovane e ben equilibrato. «Perugia sing loud please», reclamano dal palco i musicisti. E la folla risponde a gran voce. Anche quando la band chiude lo show e lascia il palco, nella notte dell’arena resta il riverbero del pubblico che continua a canticchiare. 

(Snarky Puppy foto di Soukizy)

Il secondo spettacolo a Santa Giuliana è riservato a Kamasi Washington. Se di solito il sassofonista californiano è una presenza di grande impatto, questa sera riesce a scatenare vibrazioni di grossa portata, incendiando letteralmente la platea. Dopo aver già colto di sorpresa tutti quanti, la notte precedente, quando si è esibito alla jam session al Jazz Club Meliès. Il volume è alto, i corpi sono in movimento, il magnetismo che si respira è di ampio spettro e ci catapulta dentro una singolare energia creativa.

(Kamasi Washington foto di Soukizy)

L’ultimo appuntamento, a mezzanotte, vede Uri Caine, l’Umbria Jazz Orchestra e gli archi dell’Orchestra da Camera di Perugia con il progetto Seven Dreams. Come un sogno è anche la location, la chiesa di San Francesco al Prato, spazio restaurato e riaperto per l’occasione. Il concerto vede il tutto esaurito e molti ospiti d’eccezione, degna cornice a un luogo e a uno spettacolo assai suggestivi.

Soukizy