Culatello & Jazz: Pee Wee Ellis Assembly & Stefano Di Battista

190

Culatello & Jazz – Pee Wee Ellis Assembly & Stefano Di Battista

Castello di Roccabianca (Parma), 11 settembre 2015

di Giancarlo Spezia

Da ormai sette anni uno dei più seguiti appuntamenti di valorizzazione del Culatello di Zibello è affidato alle note del jazz. Quando Mario Scaltriti negli anni Cinquanta acquistò il quattrocentesco castello di Roccabianca per farne la sede della sua ditta di distillati, mai avrebbe pensato che quel luogo sarebbe divenuto la sede di uno dei più succulenti ed attesi appuntamenti della bassa parmense. Il figlio Giuseppe ha accolto alcune centinaia di persone nel cortile del castello e ricordato con emozione il padre scomparso da pochi giorni, mentre il nipote Matteo, appassionato cultore di jazz, ha operato le scelte artistiche. In una cornice suggestiva gli chef fratelli Spigaroli hanno messo in campo piatti una solida cucina del territorio al centro della quale stava un culatello di venti mesi di stagionatura, che univa la consistenza delle parti esterne con la vellutata morbidezza di quelle interne, in un sublime equilibrio tra dolcezza e sapidità. Ha aperto la serata il gruppo di Stefania Rava, il cui piacevole canto e la deliziosa presenza scenica hanno accompagnato l’aperitivo, mentre a fine cena è giunto sul palco Pee Wee Ellis con il suo quintetto dalla strumentazione tipicamente funk anni settanta con Fender Rhodes, chitarra elettrica, basso e batteria cui si è poi aggiunto come artista ospite Stefano Di Battista. Sassofonista, compositore ed arrangiatore,  Pee Wee Ellis nella sua gioventù fu accompagnatore di James Brown, presso il quale rimase per molti anni prima di approdare alla corte di altre star della musica pop come Van Morrison. Il sassofonista ha iniziato il concerto che una musica basata su riff rocciosi e reiterativi, legata agli stilemi del funk ed in parte del soul jazz sui quali Ellis ha dispiegato un suono pieno e incisivo, ma il concerto ha offerto una varietà di sfaccettature virando anche in intense ballad come Body and Soul, dalle note lunghe  e distese, che pur essendo collocabile in un classico mainstream sfugge la banalità e non finisce di emozionare. L’innesto di un musicista come il sassofonista Stefano di Battista ha generato una curiosa dicotomia tra la classicità dei brani col solo Ellis e la trascinante corsa innescata dagli assoli del musicista italiano, contraddistinti da lunghi e veloci fraseggi. Questa battaglia di sax ha avuto il suo culmine nel brano Ham, dedicato al piatto principe della serata. Ellis ha stregato il pubblico nel finale suonando e cantando What A Wonderful World, prima di esibirsi nella trascinante hit The Chicken, cui deve molta della sua celebrità.

Giancarlo Spezia

Foto: Giancarlo Spezia