Contaminafro: parla il direttore artistico Lazare Ohandja

Parte il 18 giugno il festival dedicato alla cultura africana in Italia. Lazare Ohandja ci racconta la storia della rassegna e il programma.

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Prima di assumere la denominazione di Contaminafro, il festival aveva quella di Oltre L’Arte. Cosa è cambiato rispetto all’idea iniziale?
Oltre l’arte era una giornata dedicata alla sola cultura africana in Italia, con Contaminafro, identità in evoluzione invece l’obiettivo è quello di presentare l’incontro della cultura contemporanea africana con quella di altri paesi. Contaminafro è dunque una piattaforma di multiculturalità e integrazione artistica a più livelli.

Qual è il tema portante di questa sesta edizione?
Il tema portante di questa sesta edizione è «l’Evoluzione» intesa come consapevolezza tra gli artisti che suoneranno insieme e proveranno a portare, attraverso la musica, il messaggio che la terra è di tutti.  Non sono i confini a definire la nostra nascita e nemmeno un “pezzo di carta”, quindi musica da tutto il mondo: Africa, Europa ed Asia con un intento di sensibilizzare i giovani di oggi e del futuro che si può realizzare «insieme» senza creare conflitti o guerre.

Come si articola il programma dell’edizione 2019? Secondo quali criteri ha selezionato gli artisti?
Come danzatore e coreografo ho sempre usato la musica dal vivo per i miei spettacoli. Sono un amante della musica Jazz.  Quest’anno abbiamo avuto il grande onore di avere Richard Bona, camerunese come me ed artista che con la sua musica è in grado di creare un linguaggio musicale universale nel mondo dello spettacolo, un linguaggio che tutti sono in grado di capire…è straordinario.
Richard Bona aprirà il nostro Festival il 18 giugno portando per la prima volta in Italia proprio il progetto De La Frontera (la seconda data italiana è prevista a Umbria Jazz). Oltre ad esibirsi Richard Bona terrà un workshop alle 17.30, organizzato insieme al CPM Music Institute, e sarà inaugurata la Contemporary Art Milan, mostra di richiamo internazionale dedicata all’arte contemporanea che coinvolge artisti di diversi paesi e culture. A cura di Milan Art’s Events Centre (MA-EC) in collaborazione con istituzioni italiane e cinesi. Anticiperà il concerto il musicista Pier Bernardi insieme a Daniel Assohoun.
Il 19 giugno si esibiranno i The Cage, band italiana che presenterà a Contaminafro alcuni inediti e una selezione dei celebri brani dei Genesis. Anticiperà il concerto Franco Mussida, presidente e fondatore del CPM Music Institute, con la presentazione del suo nuovo libro “Il Pianeta della Musica. Come la Musica dialoga con le nostre emozioni” (Salani Editore) e l’esecuzione di alcuni brani strumentali del suo repertorio. Modera la presentazione il giornalista e critico musicale Enzo Gentile. Seguiranno i live show di Infinitum Trio e del cantautore italo-francese Russo Amorale.

Richard Bona
Ph: Adam Hart

Il 20 giugno si esibirà Vieux Farka Touré, chitarrista africano figlio di Ali Farka Touré che da anni si contraddistingue nel mondo per il suo stile unico e inimitabile in grado di creare un perfetto connubio tra il blues maliano, il reggae e il rock. Attraverso i suoi brani racconta delle persecuzioni jihadiste subite dal suo popolo. Abbiamo deciso di inviarlo perché mi piaceva l’idea di inserire un artista africano in grado di modernizzare la tradizione, lo ritengo un ottimo interprete del suo strumento. Inoltre, cosa molto importante è una persona ampiamente impegnata nel sociale attraverso progetti che mirano al miglioramento delle condizioni di vita nel suo paese. Aprirà il concerto Integration Dance, uno spettacolo di danza con la coreografia di Noah Ngbele Timothée e, a seguire, live show del chitarrista Paolo Bonfanti, considerato uno fra i più grandi bluesman italiani.
Il 21 giugno, in occasione della Festa della Musica, il Festival ospita una giornata interamente dedicata alla Comunità Cinese di Milano (partner dell’evento) con il Mandorla Summer Carnival.

Vieux Farka Touré

Il 22 giugno ci sarà l’orchestra popolare de La Notte della Taranta, da africano che ama la cultura e la tradizione mi piace l’idea di creare un momento importante per gli italiani, una vera e propria serata di festa per ballare e divertirsi con la Taranta, simbolo della tradizione musicale e percussiva italiana. La Taranta ha un legame con la terra molto forte come lo è la musica percussiva africana del mio paese e questo mi ricorda i weekend in Camerun dove tutti ballavano e suonava in cerchio. L’orchestra essendo a Contaminafro avrà per l’occasione ospiti di eccezionali talenti vocali: Corinne Denguemo e Daniel Kollé, dal Camerun. Si esibiranno anche la giovane cantautrice Ylenia Lucisano con il chitarrista Renato Caruso.
Il 23 giugno è la serata invece dedicata alle percussioni. Anche in questo caso non ci siamo fermati solo agli artisti africani, ma abbiamo cercato anche in Asia e in Europa. Ci saranno infatti l’indiano Trilok Gurtu, fra i più rispettati percussionisti al mondo che torna a Milano proprio con un evento a suo nome. Il maliano Sidiki Camara che era il percussionista di Bill Frisell ed ha da poco vinto il Grammy Norvegese, il chitarrista lappone Roger Ludvigsen, principale compositore e arrangiatore della band di Mari Boine.Con loro Fulvio Maras, percussionista di Gianluigi Trovesi che attualmente vive in Svizzera.

Trilok Gurtu
photo Madhur Shroff

Ha invitato per questa edizione anche degli improvvisatori come Richard Bona e Trilok Gurtu. Come coreografo e danzatore, qual è il suo rapporto con il jazz?
Io provengo da un popolo molto orale dove le donne dell’ovest del Camerun piangono in Jazz…cantando il Jazz. Le mie ispirazioni musicali come coreografo hanno origine dalla musica dal vivo e dagli strumenti come il Balafon, il Sanza (la Calimba), Maracas o Ntem (Bongo) che producono spontaneamente musica Jazz per come la suoniamo noi. Producevo strumenti musicali insieme ai miei studenti di danza, nella mia scuola in Camerun quando facevo formazione. Prima di diventare un coreografo affermato ero un piccolo cantautore, i miei idoli erano Lokua Kanza e Richard Bona.

Oltre ai concerti sono previsti anche degli eventi collaterali?
Oltre agli artisti già citati e ai concerti, fino al 29 giugno sarà possibile visitare mostre di arte contemporanea che coinvolgono artisti di culture diverse, installazioni, workshop, incontri, presentazioni di libri, laboratori di danza, musica e arte per bambini. Oltre a momenti di intrattenimento e agli incontri culturali, gli spettatori del Festival potranno degustare cibo locale e etnico nelle apposite aree dedicate allo street food.

Viviamo un momento storico, anche in Italia, in cui vi è una recrudescenza di razzismo e intolleranza. Il vostro festival, invece, si muove nella direzione contraria affermando dei sani principi di convivenza comune. Qual è il messaggio socio-culturale di Contaminafro?
Al momento in Italia, invece di pensare al bene del paese e dei suoi cittadini fanno una costante propaganda politica allo scopo di incitare la paura e l’odio con l’obiettivo di ottenere più voti in un clima di costante campagna elettorale.La realtà è un’altra, ad esempio il discorso delle espulsioni è insensato e semplicemente irrealizzabile anche solo dal punto di vista economico e politico. Si tratta soltanto di propaganda e i risultati sono pessimi oggettivamente, le espulsioni restano pochissime e non potrebbe essere diversamente. La società europea ed Italiana attuale è multietnica e multiculturale di base, bisognerebbe quindi semplicemente prenderne atto e costruire una nuova collettività di benessere su queste premesse. Già nelle attuali scuole elementari e medie la nuova composizione della società italiana è oltremodo evidente. Il festival Contaminafro è un esempio positivo di questa “nuova” comunità italiana e del futuro dell’Italia. Lo spazio che il Comune di Milano ci ha donato, sarà utilizzato oltre che per gli artisti africani per un evento prettamente italiano come La Notte della Taranta.

Lei è un danzatore e coreografo e il suo brand è quello di unire la danza afro con quella contemporanea e l’action teatrale. Quali sono i suoi riferimenti artistici?
I miei riferimenti artistici sono Richard Bona, Lokua Kanza, Ebalé Zam Martino, la compagnia Congo Bateria del Burkina Faso e Claude e Benjaman La Marche.

Lei è originario del Camerun. Quali sono le sue riflessioni sulla drammatica situazione dei paesi dell’area del Mediterraneo e, quindi, dei migranti?
Questo è un tasto molto dolente, gli africani vengono in Europa perché l’Europa stessa prende materie prime dall’ Africa organizzando colpi di stato guerre ecc…da cui scappare. L’impossibilità di utilizzare la propria moneta non fa crescere economicamente l’Africa e continua a produrre povertà economica e culturale. L’analfabetismo continua anche perché è complesso imparare e studiare in una lingua non propria. L’Europa dovrebbe lasciare l’Africa e far sì che gli Africani si organizzino da soli…

Dopo Contaminafro, quali saranno i suoi prossimi impegni artistici?
Realizzare il centro multiculturale in Camerun e il tour europeo di Mo’O Music. Vorrei creare uno spettacolo di danza dedicato ad un importante musicista camerunese che ha portato la musica bikutsi in tutto il mondo…morto trent’anni fa, il suo gruppo si chiamava: Les Tétes Brulées. E poi Aspettando Contaminafro, eventi da gennaio a giugno 2020 in preparazione del festival Contaminafro 2020.
N.d.R. I biglietti per gli eventi possono essere acquistati anche online: https://www.metooo.io/e/contaminafro3days
Alceste Ayroldi