«Ci interessa esprimere ciò che sentiamo e ciò che siamo in una continua evoluzione.» Intervista ai Novotono

«Overlays» è il nuovo album dei Novotono, pubblicato per Parmafrontiere. Ne parliamo con Adalberto e Andrea Ferrari.

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Entrambi provenite da carriere musicali lusinghiere. Quando e perché vi è venuto in mente di lavorare insieme?
In realtà non c’è mai stato un preciso momento in cui abbiamo pensato di lavorare insieme, è stata una condizione naturale, essendo fratelli già dai primi anni di studi musicali il nostro maestro di clarinetto ci dava come compito quello di suonare dei duetti, possiamo dire che da li inizia il percorso di NovoTono. Poi chiaramente con gli anni i linguaggi e le necessità espressive comuni hanno mantenuto il rapporto artistico e ogni momento di crescita individuale è servita ad alimentare artisticamente l’altro e il duo, anche le numerose collaborazioni fatte insieme all’interno di altri gruppi hanno spesso portato nuova linfa e quindi eccoci qui con tutto il bagaglio di storie acquisite nel tempo.

Parliamo di «Overlays» e iniziamo dal titolo: perché questo titolo? Che significato assume nella vostra musica?
Le sovrapposizioni in NovoTono e nel progetto Overlays sono in effetti ciò che caratterizza la nostra cifra espressiva. La musica si muove intorno e sovrappone il prevalente linguaggio jazz e le caratteristiche espressive della musica contemporanea europea, i modi della musica popolare e alcuni elementi di musica cosiddetta colta, il tutto in un rapporto fra tradizione e contemporaneità, una specie di concentrato delle esperienze vissute nei vari ambiti senza barriere stilistiche, con un approccio al mondo dei suoni curioso ed aperto. Non è nostro interesse essere radicali, aderenti ad un particolare stile, escludendo quindi a priori alcuni aspetti, ci interessa esprimere ciò che sentiamo e ciò che siamo in una continua evoluzione. Questo atteggiamento ci porta anche a cambiamenti importanti nel percorso e nelle scelte. Sovrapposizioni sono anche gli accostamenti fra i linguaggi espressivi. Abbiamo iniziato dialogando e sovrapponendo più linguaggi ad esempio musica e video, oppure integrando e sovrapponendo gli stili con scultori, attori e pittori o con altri musicisti, uscirà a breve una nostra collaborazione video con Gianluigi Trovesi ed un nuovo progetto con lui.

Un teaser realizzato dalla regista Cristina Crippa che, per certi versi, sottolinea la bellezza di posti dimenticati, ma anche il degrado urbano. Qual è il legame con il vostro sodalizio?
Cristina è un’artista visiva di grande sensibilità, ci siamo trovati a lavorare insieme diverso tempo fa in molte produzioni per Musicamorfosi, abbiamo fatto tante performance musicali e teatrali con lei, ci è sembrata la persona più adatta da coinvolgere in un progetto che potesse legare musica e video, che in qualche modo percorresse una strada parallela al nostro linguaggio e potesse sovrapporsi. Ne è uscito un prodotto che è più di un semplice teaser, è la rappresentazione visiva di Overlays. I resti urbani di quella che doveva essere la Las Vegas della Brianza ormai divorati dal tempo e sovrastati dalla natura selvaggia, il tutto diventato palcoscenico per la nostra musica. Un paesaggio complesso creato dall’apporto di diverse espressività ed intenzioni. Overlays è un progetto in cui gli strumenti e le espressività si incrociano, si sovrappongono e si stratificano in una continua dinamicità dialogica.

Un video che accende i riflettori anche sulla street art. Ritenete la vostra musica vicina a questo fenomeno artistico?
Certo. Questo è un altro elemento che si sovrappone oltre alle cose spiegate nella domanda precedente. Noi riteniamo che la street art abbia in comune con la nostra musica l’urgenza di esprimersi, in questo senso credo sia a noi vicina. Il tratto, il colore, l’oggetto più o meno astratto di un opera di street art influenza, descrive, allude. Se osserviamo un muro con graffiti e poi osserviamo lo stesso muro pulito, ne abbiamo innegabilmente una percezione diversa. Alcune volte può disturbare, altre arricchire, forse in entrambi i casi volutamente, quello che è certo è che tratto e colore cambiano la percezione dell’ambiente. Nella nostra musica, sebbene su livelli differenti succede qualcosa di simile, La percezione dell’ascolto cambia a seconda del luogo e del contesto dove la performance avviene e, a sua volta, la musica modifica la percezione del luogo.

Novotono
Ph Crippi

I brani in scaletta del vostro disco sono tutti a vostra firma, fatta eccezione Intermezzo che mette insieme in un bel medley Ornette Coleman e Roscoe Mitchell. La prima domanda è da cosa traggono ispirazione i vostri brani?
Coleman e Mitchell sono musicisti che hanno percorso la loro strada senza per forza dover aderire ad uno stile. Hanno regalato a tutti noi un modo di vedere il mondo dei suoni, hanno aperto le strade per nuove intuizioni, questo crediamo sia molto importante. Il nostro modo di esprimerci in realtà si muove in altre direzioni però era importante per noi in quel momento sottolineare questi due grandi nomi. I nostri brani nascono come logica traduzione musicale di situazioni, sono un po’ la colonna sonora di momenti della nostra vita, di sensazioni, di esperienze quotidiane, in questo senso cerchiamo le sonorità più consone ad esprimerle.

La seconda, invece, riguarda la scelta di Odwalla e Lonely Woman. Perché questi due brani e perché fonderli in un tutt’uno?
Sono due brani che sottolineano e rappresentano i loro compositori, per noi sono anche due brani che tematicamente ci rappresentano, ci ispirano. Sono però due brani che appartengono a due mondi diversi, due personalità ben distinte, due approcci diversi anche se in qualche modo con la stessa urgenza espressiva. Abbiamo voluto accostarli, sovrapporli sebbene solo idealmente, creare un filo, un dialogo fra loro, intervenendo solo e assolutamente in questo senso, senza aggiungere troppo altro.

Prima di «Overlays» troviamo «Wanderung». Ci sono stati cambiamenti nella vostra musica?
«Wanderung» e «Overlays» costituiscono sicuramente due momenti importanti del percorso musicale di NovoTono. Un percorso visto come “evoluzione” nel senso di cambiamento in relazione a ciò che accade ed è accaduto di “interessante” intorno a noi. La natura fortemente immaginativa dei due progetti viene declinata in un differente linguaggio musicale. «Overlays»  segna una svolta in senso più strutturale. L’equilibrio tra composizione ed improvvisazione, una marcata linea di continuità tra i vari brani definiscono chiaramente il percorso nonché il perimetro all’interno del quale si sviluppano le singole espressività musicali.

Quali sono i vostri punti di riferimento nella storia della musica?
La nostra storia sia individuale che come duo è legata all’attraversamento di diversi generi musicali. Abbiamo infatti approfondito e lavorato in diversi ambiti musicali ed espressivi collaborando con numerose realtà artistiche. La musica in tali contesti assume una differente “posizione”, si crea un modo diverso di esprimere la propria soggettività. Il teatro, la musica classica, la musica jazz, la musica contemporanea e così via. Tutte queste sfumature espressive e musicali hanno costituito e costituiscono il nostro punto di riferimento; quindi potremmo dire che ciò che ci ha condotto fino a qui è la possibilità di attingere a diversi linguaggi e modalità espressive.

Nel vostro duo c’è qualcuno che comanda più dell’altro?
Anche in questo caso diciamo che vi è un sostanziale equilibrio. I brani e le composizioni proposte costituiscono l’immagine iniziale che prende forma e definizione in relazione all’apporto di ciascuno. Generalmente le idee, che ciascuno di noi propone, sono ben definite, sia a livello strutturale che espressivo. L’abilità sta nel percepire l’idea musicale ed espressiva che ha originato la composizione e far proprio, mediante un processo di personalizzazione, il ruolo che ciascuno rappresenta in quella determinata “trama” musicale.  Sicuramente abbiamo un approccio differente dettato anche delle diverse particolarità caratteriali, ma questo costituisce un elemento positivo e di reciproco arricchimento.

Qual è la risposta del pubblico alla vostra performance?
Fino ad ora molto positiva. Direi che alcune delle caratteristiche che emergono maggiormente dai commenti del pubblico sono, pur nella complessità, l’originalità e la fruibilità delle proposte musicali.

Tre aspetti che vorreste cambiare nel sistema musicale italiano, e jazzistico in particolare.
Diciamo… un maggiore rilievo alla cultura in generale, una maggiore presenza dell’aspetto creativo a partire dalla educazione musicale di base fino ai conservatori, ed una più elevata possibilità di proporre e realizzare progetti musicali innovativi.

Quali sono i vostri prossimi impegni e cosa è scritto nelle vostre rispettive agende?
Il prossimo 27  novembre presenteremo «Overlays» nell’ambito di una stagione musicale organizzata presso il Conservatorio di Musica “A. Pedrollo” di Vicenza, il 2 dicembre alle ore 18,30 saremo a Pavia nella fantastica e particolare Libreria Cardano.  Altri concerti, che sveleremo presto, sono programmati in importanti stagioni e festival musicali. NovoTono è un duo, il nucleo più piccolo come tipologia di ensemble musicale. Una realtà che ben si presta a successive evoluzioni.  Da qui l’input per realizzare dei collegamenti espressivi, delle collaborazioni con musicisti ed artisti con cui condividere le nostre espressività.  Insieme siamo anche in produzione con un trio di corni di bassetto che lavora più su un fronte classico (musica del ‘700 in particolare) e con l’Orchestra Maniscalchi impegnata nel proporre musica italiana swing degli anni ’30 e ’40 del ‘900, giusto per confermare i nostri variegati e poliedrici interessi. Come dicevamo presto sarà reso pubblico un lavoro musicale presentato in un video e realizzato da NovoTono featuring Gianluigi Trovesi. Una esperienza fantastica e molto gratificante che ci ha consentito di collaborare con uno dei più significativi ed importanti artisti del panorama musicale internazionale. Sarà la prima collaborazione di un “viaggio” intrapreso da NovoTono … NRG Bridges. Seguiteci, molte altre idee si stanno sviluppando…
Alceste Ayroldi