
Prosegue il nostro viaggio tra i festival europei. In questa occasione abbiamo toccato la tappa spagnola di Saragozza per il locale jazz festival, che si svolge sull’arco di cinque giorni presentando artisti di qualità come Michel Camilo, Bill Evans, Kyle Eastwood e altri.

La nostra scelta è caduta sulla serata di Charles McPherson, un artista assai poco visibile in Italia. L’altosassofonista di Detroit ha avuto un ruolo di primo piano negli anni Sessanta e Settanta, chiamato da Charles Mingus a sostituire nel suo gruppo nientemeno che Eric Dolphy. E se a musicisti anziani si associa spesso l’idea di una rarefazione del suono e delle energie, questa teoria è stata completamente smentita da McPherson con una prestazione vibrante. Incredibile l’energia dispiegata da lui e dal gruppo nei temi veloci, che pareva far rivivere l’emozione di Charlie Parker (non a caso Clint Eastwood lo chiamò a suonare il sax alto per il film Bird). L’attacco urlante e il fraseggio concitato e tagliente lo mostrano – per quanto sottovalutato – tra gli ultimi protagonisti del bop in grado di far rivivere l’urgenza espressiva di quello stile ma con un’interpretazione originale. Il sassofonista ha scelto un repertorio vario e stimolante, alternando ai brani marcatamente bop celebri standard e delicate ballad (tra tutte va ricordata una meravigliosa Nature Boy), nelle quali ha mostrato tutto il suo lirismo nella padronanza di note lunghe ed intensamente struggenti. La ritmica composta dal pianista Bruce Barth, dal contrabbassista Mark Hodgson e da Stephen Keog alla batteria ha dimostrato grande valore: in particolare il pianista ha preso assoli brevi ma incisivi, in un ideale controcanto al sassofonista.



Notevoli le interpretazioni dei brani originali come l’esplosivo iniziale Marionette, scritto per la giovane figlia ballerina e che sintetizza in sé l’immensa gioia del librarsi nell’aria, oltre a un intrigante The Song Of The Spinx nel quale il sax evoca il mistero di un inquieto vagare notturno nel deserto.
Il concerto si è chiuso con un omaggio a Mingus con una rilettura di All The Things You Could Be By Now If Sigmund Freud’s Wife Was Your Mother, spiritosamente reintitolata All The Things You Could Be By Now If Carl Jung Was Your Father
Il concerto si è tenuto in una sala molto grande dell’Auditorium di Saragozza, con alcune centinaia di persone comodamente sedute a tavoli in un’atmosfera da club ma in religioso silenzio ad ascoltare con attenzione e reverenza un vero, grande interprete di questa musica.
Giancarlo Spezia
Foto Francesco Spezia

