Centro Didattico produzione Musica e la «missione non impossibile»

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Consegna Diplomi CDpM Trinity College London

Il Centro Didattico produzione Musica di Bergamo nel 2017 ha compiuto trent’anni e conquista un traguardo già di per sé invidiabile per l’evidente longevità ma ancor più ragguardevole per la vitalità, professionalità ed efficienza attestate dal sapersi rapportare con i continui cambiamenti del mondo musicale che rappresenta.

L’idea di costituire una scuola, provinciale per la sua dislocazione ma non per la qualità della didattica e dei servizi che offre, che potesse accogliere allievi con un piano di studi musicali articolato per tutti gli strumenti ad indirizzo jazz, pop e rock, classico e moderno nasce dall’esperienza personale di Claudio Angeleri, pianista didatta e compositore bergamasco e fin dall’anno della fondazione direttore della scuola.

 

Claudio Angeleri, direttore del Centro Didattico produzione Musica
Claudio Angeleri, direttore del Centro Didattico produzione Musica

 

È lo stesso Angeleri a raccontarci la genesi di quest’idea, partita da un’aspra critica ricevuta nel 1977 da un importante critico musicale, che lo vide suonare improvvisazione totale con altri musicisti italiani, tutti giovanissimi, al Vigorelli di Milano nel set che precedette quello del gruppo di Charles Mingus. La forte delusione provata nella circostanza lo spinse a buttarsi a capofitto negli studi, che completò negli Stati Uniti con Mark Levine, Cedar Walton e Jaki Byard, e poi al Trinity College di Londra. La sua costanza e volontà vennero premiate e, sempre dallo stesso importante critico (Arrigo Polillo) nel 1982 ricevette questa lettera: «Caro Angeleri, ho finalmente potuto ascoltare con attenzione la sua registrazione che ho trovato molto buona, anzi per me sorprendente».

Anche da qui nacque l’idea di creare una struttura didattica d’eccellenza e all’avanguardia sul territorio, che potesse accogliere e formare studenti della zona senza dover esser obbligati a spostamenti e spesso lunghi e costosi viaggi.

Fin dai primi anni una delle idee vincenti fu organizzare, oltre alla didattica affidata a 33 docenti, seminari con docenti e musicisti internazionali tra cui Dave Liebman, Peter Erskine, Mike Stern, John Patitucci e Elvin Jones; tale è stato il successo, che finora sono stati promossi ben 400 seminari.

 

Centro Didattica produzione Musica
Il seminario con Lennie White degli anni passati

 

Alcuni dei punti di forza della struttura di oggi sono: l’innovazione e il continuo aggiornamento della didattica seguendo la normativa EQF – European Qualification Frameworks, l’accessibilità economica grazie anche a facilitazioni, la certificazione delle competenze tramite esami EQF tenuti a Bergamo dalla University Of West London e dal Trinity College / Guildhall School Of Music di Londra, la collocazione professionale degli studenti sia tramite concerti e festival organizzati internamente sia con la collaborazione di enti ed istituzioni, il sostegno alle attività degli studenti con la fornitura di sale prove e uno studio di registrazione, oltre che di servizi logistici e di consulenze normative e tecniche.

Nel 2013 il CDpM ha presentato a New York il progetto Europa di interscambio culturale tra U.S.A., Spagna, Malta, Francia e Inghilterra per creare una rete tra scuole e singoli operatori e dare maggior visibilità al loro lavoro; dal 2014 promuove a Bergamo l’International Jazz Day UNESCO e all’interno del festival Bergamo Jazz organizza la sezione didattica tramite incontri con le scuole, per un totale di duemila bambini e ragazzi coinvolti fino a oggi.

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L’approfondimento culturale rimane uno dei punti fermi della didattica. Gli studenti hanno troppi stimoli e rischiano di perder l’attenzione, aiutarli a concentrarsi è un compito necessario. Devono poter ripercorrere la storia del jazz con le sue evoluzioni tecniche e stilistiche per capire come un musicista d’oggi, per esempio il batterista Mark Guiliana, sia arrivato a suonare in un certo modo. I ragazzi capiscono che questa è la strada da percorrere per riuscire a suonare qualcosa che sia espressione del proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze e che la tecnica deve intrecciarsi alla cultura musicale fatta di studi, letture e ascolti e viaggi. Due volte all’anno presso la scuola vengono organizzati, sempre a tale scopo, incontri con il musicologo Marcello Piras, con aule strapiene e lezioni di grande successo.

Anche gli incontri con le scuole organizzati all’interno di Bergamo Jazz (nell’edizione 2017 l’argomento era Duke Ellington) aiutano a semplificare l’approccio non sempre facile al jazz, e dimostrano che basta spiegare bene le cose perché siano recepite. Ciò stimola a proseguire su questa strada, che porta a un migliore apprendimento della nostra.

 

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Più di 2100 studenti di 18 istituti comprensivi di Bergamo e provincia hanno partecipato agli incontri con il jazz promossi dal CDpM durante il festival Bergamo Jazz

Continuiamo la nostra visita del centro, in compagnia del direttore, e visitando le aule molto ben attrezzate è inevitabile considerare quanto sia oggi vitale essere tecnicamente all’avanguardia ma quanto sia altrettanto importante insegnare a trovare un proprio metodo di studio. La sfida è capire quale sia il sistema migliore ad aggiungere competenze in un percorso professionale. Le vittorie di molti ex allievi in svariati concorsi musicali indicano che questa è la strada giusta.

Il CDpM dà agli allievi gli strumenti per fare le esperienze adatte, per capire quale sia il percorso idoneo a ciascuno di loro, offrendosi come figura decisionale e di riferimento delle loro scelte e occupandosi non solo del loro studio ma anche del loro inserimento nel mondo lavorativo. Da molti anni la struttura organizza concerti per e con gli allievi, contattando locali e attività commerciali che dovranno pagare i ragazzi in maniera equa, per valorizzare e riconoscere il loro lavoro. Agli incontri di Bergamo Jazz suonano le big band formate dagli allievi, così come alla Giornata Internazionale del Jazz, che quest’anno ha fatto esibire, unica al mondo, ben 150 elementi davanti ad un folto pubblico; tutto questo porta a ulteriori richieste di suonare in altri locali.

 

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Al Blue Note di Milano con gli allievi dei corsi di perfezionamento jazz

Creare una rete di sinergie tra scuola, operatori di settore, realtà locali e internazionali, festival e rassegne del territorio con collaborazioni e confronti vuol dire ottenere un terreno fertile che dia spazio lavorativo ai giovani: questa è la «missione non impossibile» che il CDpM persegue da trent’anni in nome e per conto dei suoi allievi.

www.cdpm.it

Monica Carretta