Happy Birthday Bill Frisell, 18 marzo 2020

1933

“Nella musica, tutto ciò che fai è una continua ricerca del modo di far convivere cose apparentemente incongrue; di primo acchito può sembrare che certi elementi non possano stare insieme, ma la musica si incarica sempre di smentirti. E non c’è motivo per cui cose molto diverse non possano stare nello stesso spazio. Siamo tutti sullo stesso pianeta. È un periodo che mi mette un po’ paura, ma per fortuna la musica mi dà speranza”. Ci racconta Bill nell’ultima intervista. E con questa stessa speranza affrontiamo il delicato momento che tutto il mondo sta vivendo, circondandoci della bellezza che la musica ci restituisce.

Bill Frisell – Foto di Soukizy

Oggi festeggiamo il compleanno del poeta di Baltimora che tutti amano!

Già, perché non si trova un solo umano sul pianeta che lo odii, che ne parli male. L’iconico chitarrista/compositore Bill Frisell è ben voluto, a ragione, dall’universo intero! Un caso davvero speciale, legato non soltanto al musicista che è, ma anche alla persona. Un persona dall’aspetto timido, spesso impacciato, e dall’umiltà incredibile, un genio raro che abbiamo la fortuna di ascoltare in una discografia densa di centinaia di dischi, se contiamo i suoi da leader e le innumerevoli collaborazioni, tra queste anche molte perle introvabili oggi, e continue nuove uscite.

La timidezza però è prontamente disinibita quando Bill è con la sua chitarra. O meglio, le sue chitarre. Come mostra nel documentario “Bill Frisell A Portrait” di Emma Franz del 2017, possiede un vero e proprio armamentario, costituito anche da strumenti che i vari amici gli hanno personalizzato. Le mostra e ne parla con la gioia di un bambino, con quella luce che ben conosciamo quando un sorriso prende forma sul suo viso. Alcune di esse sono caratterizzate da fumetti o da disegni riferiti alla sua vita.

Bill Frisell – Foto di Soukizy

Dietro il mondo onirico, infinito di un grande musicista, ci sono poi gli aspetti umani e le curiosità.

Una delle sue grandi passioni, infatti, è proprio quella dei fumetti; anche la sua casa ne è piena. Bill è noto anche per il suo lato ludico. Ad esempio, possiede una collezione di stravaganti calzini, che gli vediamo sfoggiare nelle sue esibizioni e come egli stesso ci mostra sulla sua pagina.

Lo conosciamo anche per il suo piccolo rituale di portarsi nei live questi pupazzetti di alci che tiene accanto agli amplificatori, di cui dice non poter fare a meno. Sembra che sia il soprannome affibbiatogli per gioco da sua moglie Carole e dall’amico Joey Baron.

Inoltre, ama cimentarsi in caricature di mostri!

Bill Frisell – Foto di Soukizy

Dicevamo, un poeta: la sua curiosità instancabile ci ha regalato e ci regala composizioni e momenti di cui continueremo a parlare, e quel suono unico, che riconosciamo anche a distanza, qualsiasi sia il progetto. Perché Bill non ama le etichette, né le definizioni. La musica è un unico immenso universo. Come scrivevamo nel 1993, “Non è facile capire quali siano, oggi, i musicisti davvero importanti, quelli cioè che saranno ricordati e studiati in futuro”. A distanza di 27 anni, possiamo dire di saperlo con fermezza.

Musica Jazz 1993

Soukizy