ANDREA POZZA & FABRIZIO BOSSO

2063

27 dicembre 2013, Genova, auditorium «E. Montale» teatro Carlo Felice

Bosso racconta che il primo incontro (umano e musicale) con Pozza deve essere stato nel quartetto ideato da Rosario Bonaccorso, ma non rammenta la data esatta. Ricorda invece molto bene che, prima della data genovese all’auditorium del Carlo Felice, mai aveva fatto un concerto in duo tromba-pianoforte: scommessa vincente e anche per molti versi rischiosa, perché il dialogo tra due caratteri musicali diversi e non necessariamente complementari poteva anche dar luogo a incomprensioni o a scarsa empatia.

Però c’è da dire che Pozza, dopo le avventure con Rava, ha via via sfoderato un tocco sulla tastiera sempre più ritmico, presente e aggressivo, pur non disdegnando gli slanci puramente lirici di un tempo, come dimostrato da un disco recente e riuscito come «A Jellyfish From Bosphorus». Carte in regola, dunque, per l’interazione con il florilegio implacabile di note di Bosso, musicista che notoriamente non si intimidisce di fronte a nulla, forte di un controllo pressoché totale sul suo strumento.

Una tessitura densa, fitta, presente: un flusso saturo iniziato con una scoppiettante But Not For Me, proseguito con la splendida bossa Wide Green Eyes di Bosso e con una citazione ellingtoniana (In A Sentimental Mood) introdotta da una memorabile cadenza in solo della tromba. Conclusione, prima dei bis, con un momento finalmente più pacato nell’ennesima ma non gratuita versione di Odio l’estate.

G Festinese