Il buon esito di un concerto è, ovviamente, anche legato all’affiatamento fra i musicisti. È il caso della serata che ha visto protagonista la clarinettista israeliana Anat Cohen e il trio composto da Douglas Lora alla chitarra, Dudu Maia al mandolino e Alexandre Lora alle percussioni.
Un assortimento di musicisti che convive splendidamente sul palcoscenico. Cohen è conosciuta per il suo forte carisma, il suo fare sorridente e, non ultimo, il suo virtuosismo al clarinetto, che l’ha fatta diventare una figura di spicco nella scena jazzistica contemporanea. Tutto questo è unito da un filo continuo.
Il progetto presentato al Blue Note ha già al suo attivo due dischi di gran successo, «Alegria Da Casa» del 2016 e «Rosa Dos Ventos» del 2017, e la scaletta rimbalza proprio tra questi lavori, aprendo con Murmurando e proseguendo con Baião da Esperança , Para você, uma flor, Valsa Do Sul, Waiting for Amalia, Santa Morena, Choro pesado.
I suoni sono morbidi e scorrono attraverso il linguaggio ormai caratteristico del gruppo. Un linguaggio che coniuga in una sola espressione il jazz, la classica, la sperimentazione e il folklore del Brasile. Terra in cui Anat Cohen si è recata spesso, subendone il fascino e mutuandolo in registrazioni e concerti. E anche questo spettacolo ne è la testimonianza; i quattro si donano totalmente al pubblico, che ne capta la devozione musicale. Momenti di particolare attenzione arrivano con In The Spirit Of Baden, tributo al chitarrista Baden Powell; Vibrações, composizione di Jacob do Bandolim ed eseguita solo dal trio, con la Cohen a ballare nel backstage; ancora di Jacob do Bandolim è Noites Cariocas e, in chiusura, viene eseguita una sentita e frizzante Um A Zero, popolarissimo brano del grande compositore di choro Pixinguinha.
Soukizy