Al via la sedicesima edizione del Piacenza Jazz Fest con un programma di qualità e grandi nomi

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Per il sedicesimo anno consecutivo il Piacenza Jazz Club ha organizzato un festival di grande spessore, con un parterre di artisti internazionali che faranno tappa nella città emiliana fino al mese di aprile. L’inaugurazione di domenica 24 febbraio (ore 18:00) segna una momento destinato a diventare memorabile, poiché rappresenta l’unica data italiana del nuovo trio di Bill Frisell, alla sua terza esibizione piacentina. Il trio è composto dalla collaudata ritmica Scherr-Wollesen, protagonisti di “Guitar in the Space Age” (OKeh, 2014), uno dei dischi più iconici dell’ultimo decennio almeno per quanto riguarda la chitarra jazz. Nonostante l’assenza della chitarra di Greg Leisz, le atmosfere dovrebbero avvicinarsi molto a quelle di questo fertilissimo periodo artistico (vedasi il precedente “Big Sur” sempre per OKeh del 2013). Per chi volesse approfondire la conoscenza di uno dei mostri sacri del jazz contemporaneo, il giorno precedente al concerto verrà proiettato al Milestone il docufilm di Emma Franz “Bill Frisell: A Portrait”.

 

Bill Frisell

Sabato 9 marzo andrà in scena al Teatro President Starebaby, l’ultima fatica discografica del batterista Dan Weiss, che per l’occasione ha riunito con sé sul palco alcuni dei migliori improvvisatori della scena newyorkese: i pianisti Matt Mitchell (membro fra gli altri del Tim Berne Snakeoil) e Craig Taborn (notevoli le collaborazioni con Dave Holland, Roscoe Mitchell e McCoy Tyner), il chitarrista Ben Monder (reso celebre dalla partecipazione in “Blackstar” di Bowie ma già membro della Maria Schneider Orchestra e alfiere del catalogo ECM sia come leader che come sideman) e il bassista Trevor Dunn (sodale abituale di Weiss, di estrazione metal, rock e punk). Il disco omonimo di recente uscita, pubblicato sia su CD che su vinile, è un ottimo biglietto da visita per il gruppo di Weiss (repliche a Firenze il 3 marzo e a Padova il 4 marzo).

Richard Galliano

Dopo l’esibizione in solitaria di Richard Galliano, prevista il 12 marzo al Teatro Sociale di Stradella (PV), il 16 marzo salirà sul palco del Conservatorio Nicolini il trio di John Surman, uno degli ultimi esponenti delle avanguardie storiche europee e voce inconfondibile da oltre quaranta anni del catalogo ECM. A Piacenza verrà riproposto “Invisible Threads”, andato in scena una sola volta in Italia (Cassero Jazz, Crossroads 2018). I sodali sono il brasiliano Nelson Ayres al pianoforte, un grande virtuoso rimasto ingiustamente ai margini a detta dello stesso Surman e Rob Waring alla marimba e vibrafono, elementi fondamentali nella costruzione di questo nuovo universo sonoro surmaniano.

John Surman

Il 23 marzo l’E-Collective di Terence Blanchard farà tappa alla Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni (dove fra le altre cose è esposta una delle versioni più intense dell’Ecce Homo di Antonello Da Messina) in un progetto politicamente militante, dedicato alle vittime degli scontri fra le comunità afroamericane di Dallas e Minneapolis e le forze dell’ordine avvenuti negli ultimi anni. Il 27 marzo saliranno sul palco del Teatro Municipale Stefano Bollani e Gonzalo Rubalcaba, due musicisti che non hanno bisogno di presentazioni, in un vulcanico duo reso possibile dalla collaborazione del Piacenza Jazz Club con Crossroads e Fondazione Teatri di Piacenza.

Terence Blanchard E-Collective
Stefano Bollani

Il 31 marzo (ore 18:00) sarà l’ora del Chris Potter Circuits Quartet, che si esibirà nello splendido Teatro Verdi di Fiorenzuola D’Arda (PC) per l’appuntamento annuale che il Piacenza Jazz Fest regala al comune della Valdarda. Si tratta di un nuovo stimolante progetto del fuoriclasse del sassofono moderno, che vedrà la luce il 22 febbraio con una nuova uscita discografica per Edition Records. Il 5 aprile chiuderà il festival il violoncello di Erik Friedlander, figlio del celebre fotografo Lee, che ritorna in Italia come leader alla guida di una all star band composta da Uri Caine al piano, Mark Helias al basso e Ches Smith alla batteria (repliche a Padova, San Vito, Palermo, Ferrara e Bolzano).

Chris Potter
Erik Friedlander

Non meno importanti sono gli eventi collaterali che vengono raggruppati nella rassegna “Piacenza suona Jazz!”, organizzati nei locali piacentini più dediti alla promozione della musica live, giungendo in questo modo ad un pubblico più ampio e variegato, che non può certo essere ignorato se si ha a cuore la sopravvivenza di questo genere musicale. Gli eventi sono tantissimi ma particolarmente interessante per gli amanti della musica spontanea è la performance in trio di Gianni Mimmo, che al Cantiere Simone Weil riproporrà la formula sassofono-piano-contrabbasso storicamente affermatasi agli inizi degli anni 60’ con il Jimmy Giuffre trio.

Da non dimenticare gli appuntamenti dedicati ai giovani protagonisti del Concorso Bettinardi: sabato 2 Marzo al Milestone si esibiranno il Mattia Parissi trio in un omaggio al compianto Luca Flores e il Manuela Ciunna Quartet, rispettivamente vincitori delle sezioni A e C (solisti e cantanti) del Bettinardi 2018. Mentre bisognerà attendere il galà finale del 7 aprile per conoscere i vincitori dell’edizione 2019 e brindare alla prossima edizione del festival. Il programma dettagliato è consultabile sul sito del Piacenza Jazz Club.

 

Francesco Spezia