Ahmad Jamal – Jazz In Marciac – 4 agosto 2019

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Quest’anno abbiamo voluto visitare quello che è forse il più importante jazz festival di Francia, quello del piccolo villaggio di Marciac, situato in Guascogna ai piedi dei Pirenei. Impressionanti i numeri di questa manifestazione giunta alla quarantesima edizione e che in un minuscolo paesino di 1900 anime sperduto nella campagna e lontano da grossi centri abitati in tre settimane accoglie circa 250.000 visitatori attratti sia da una programmazione di prim’ordine che da una impostazione che ne fa una grande festa popolare.

la piazza principale si trasforma nel main stage dei concerti gratuiti

Questo è uno dei pochi luoghi dove è ancora possibile ascoltare un maestro assoluto come Ahmad Jamal, molto legato a Marciac dove si esibiva per la quindicesima volta, in esclusiva rispetto agli altri festival europei, grazie alle solide amicizie strette negli anni in primis con il direttore artistico Jean-Louis Guilhaumon e con altre personalità amanti della sua musica.

Il pianista di Pittsburg, già molto celebre dall’inizio degli anni cinquanta come leader dei suoi gruppi ed  oggi ottantanovenne, ha dimostrato una freschezza, energia e lucidità invidiabili e ci ha rilasciato una intervista che comparirà sulla edizione cartacea della rivista.

Il suo concerto è stato preceduto dalla esibizione del trio di Shahin Novrasli, un talento azero di cui lo stesso Ahmad Jamal si è fatto mentore come lo fu a suo tempo per Hiromi Uehara. Questo giovane, nato a Baku nel 1977, viene da una preparazione classica da enfant prodige tanto che già ad undici anni si esibiva con l’Orchestra Nazionale del suo paese ed ha saputo compenetrare il jazz con il mugham, una musica folklorica azera basata sulla improvvisazione. Da Jamal ha mutuato la capacità di coniugare dolcezza con tumulto aggiungendo alla tavolozza esotici colori del caucaso. A Marciac ha portato il suo ultimo disco “From Baku to New York City” prodotto dallo stesso Jamal per una esibizione molto applaudita.

Ma tutta l’attesa allo Chapiteau (la struttura principale del festival per i concerti a pagamento) era per la performance di Jamal, alla testa di musicisti che da decenni non esitano a raggiungerlo per i pochi concerti in calendario: James Cammack al contrabbasso, Herlin Riley alla batteria e Manolo Badrena alle percussioni, la stessa formazione di un disco fondamentale come “Rossiter Road” del 1986, come dell’ultimo uscito “Marseille” del 2017.

The Ahmad Jamal Group

Il suo arrivo sul palcoscenico ha suscitato una sentita standing ovation, a conferma del grande affetto che lega il pubblico francese a Jamal e resa spontanea dalla consapevolezza di trovarsi davanti ad uno dei giganti della “American Classical Music” come lo stesso ama identificare la propria musica.

Jamal ha eseguito in gran parte brani di sua composizione tra cui I remember Italy e il brano simbolo della sua carriera, Poinciana, accolto con grande calore dal pubblico già dalle primissime note. Il suo senso del tempo e degli spazi è unico ed ogni volta riesce nella magia di emozionare, il repentino transito da atmosfere elegiache ad impennate con le quali scatena i suoi musicisti in tumultuose rincorse, governate da pochi accordi al piano che hanno il sapore di inaspettati movimenti tellurici.

Il suo copione pare fatto per non essere mai uguale a se stesso, ricorrendo a variazioni che non sono solo frutto di istantanea invenzione ma anche di studiati riferimenti a situazioni e personaggi, come i fulminei ma incontrovertibilmente riconoscibili omaggi all’amico Miles Davis nel brano iniziale Autumn Rain.

Impressionante il controllo e la velocità di esecuzione, da sempre caratteri distintivi del suo stile, con i quali sprona i suoi sodali a non allentare la tensione.

I comprimari sono stati all’altezza delle aspettative. Cammack si conferma spalla ideale per Jamal, in grado di armonizzare con telepatica sincronia ogni nota del leader, come di prendersi dei solo dall’irresistibile groove spesso lodati dal leader. Le percussioni di Manolo Badrena ampliano gli spazi e danno un senso di concitazione elettrizzante. Riley usa la batteria in maniera intelligente e misurata al servizio del gruppo, senza facili eccessi di protagonismo.

Manolo Badrena, fra gli altri ex Weather Report

Vista l’età e la scarsa propensione ai viaggi non sappiamo se Jamal tornerà ancora in Europa o in Italia, ma se fosse caldeggeremo a chiunque di non perdere uno di questi rari concerti evento.

Giancarlo Spezia

Un Ahmad Jamal sorridente durante l’intervista