35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna, Cagliari – 2017

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Sousaphonix e Mauro Ottolini, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna
Sousaphonix e Mauro Ottolini - foto Agostino Mela

35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna, Que Viva Jazz Club – Cagliari
31 ottobre – 5 novembre 2017

Le trame sinuose e avvolgenti del trombettista Avishai Cohen, l’anima e la saudade sanguigna e palpitante di Maria Gadu, la raffinata eleganza del duo Swallow-Muthspiel e l’acid jazz retro dei Matt Bianco così come le scoppiettanti novità offerte dal gruppo di Zoe Pia e l’omaggio cinematografico dei Sousaphonix sono il distillato delle emozioni che ha offerto nei giorni scorsi la trentacinquesima edizione del Festival Jazz in Sardegna-Jazz Expò nella inedita programmazione spalmata in tutta la città nei luoghi dove batte il cuore della musica live.  Sotto l’egida di un Che Guevara disegnato come trombettista Que viva jazz club – così è stata battezzata l’intera kermesse – il festival ha offerto oltre cinquanta appuntamenti live nell’arco di una settimana, iniziando dai principali locali, Jazzino e Bflat per finire ad altri spazi che ospitano musica come Vinvoglio, Bar Florio, Jazz Art e lo spazio aperto dell’Exma.

35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna
Che Guevara

Il cartellone composito, allineava accanto alle star gruppi emergenti, dj e jam session e dalla mattina a sera inoltrata, si è chiuso con una festa coloratissima con protagonista la travolgente e teatrale band del trombonista Mauro Ottolini. I musicisti vestiti con abiti sgargianti sembravano usciti da una striscia di fumetto, in sorprendenti macchie di colore per dispensare scoppiettanti gags sonore con un repertorio omaggio alla musica delle orchestre americane, alle colonne sonore dei film americani in bianco e nero e di Buster Keaton. Una cascata di note ininterrotta da Marocco di Bonfils a The Red rose rag di Madden e Weinrich, da I’m thinking of my pickaninny’s days di Jackson e Joplin agli originals dello stesso Ottolini (Crisis program e Seven chances).  A far spirare impetuoso il vento del jazz in questo esuberante e frizzante repertorio è stato il sassofonista Gavino Murgia – vero jolly di questo festival, infaticabile globetrotter da una jam all’altra – qui nei panni di special guest con un superbo assolo sulle note di Charlie M del grande trombettista Lester Bowie.

Mauro Ottolini 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna - foto Agostino Mela
Mauro Ottolini, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna – foto Agostino Mela

È stata vera magia con Avishai Cohen, il trombettista di origine israeliana e di base a New York, stella assoluta di questa edizione che ha dedicato il suo set ai due album siglati con ECM, il recentissimo «Cross My Palm with Silver» e il primo «Into the Silence». Proprio con la title track di quest’ultimo disco Cohen ha aperto il suo live incatenando all’ascolto il pubblico, quasi immergendolo in una bolla di liquido amniotico assieme al suo superbo quartetto formato dal fedele Yonathan Avishai al piano, il superlativo Ziv Ravitz, drummer di razza, e il contrabbassista Yoni Zanik, talento di prima grandezza. Cohen, con la tromba dai ricchi umori davisiani, disegna paesaggi sonori e colora drammaticamente dando enfasi e tensione, spiazzando con improvvise aperture melodiche. Il set è un continuum con Quintessence, Dream Like a child e Life and Death e di nuovo con Will I Die Miss? Will I Die?. Un suono notturno, lunghissimo, straziante apre a scenari quasi metafisici, prima in duetto con il pianista e poi nell’intreccio tra piano e contrabbasso. Con Shoot me in the leg Cohen scala con leggerezza il cielo aggiungendo vertigini su vertigini in una tensione che rimane inalterata nel successivo Theme for Jimmy Greene per sciogliersi infine in un puzzle di suoni free lunghi e maestosi in 50 years and counting.

A. Cohen quartet, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna
Avishai Cohen Quartet, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna – foto Agostino Mela

Saudade e soul sontuosi con la straordinaria Maria Gadù che in versione umplugged ha cucito un solo vario e avvincente. C’è jazz e tradizione contemporanea brasiliana nel concerto di questa eccezionale cantante e interprete amata da Caetano Veloso. Gadù ha uno spiccato carisma e alla chitarra ha ordito con sapiente e spettacolare finezza una scaletta ricca di echi di samba ma anche di rock, blues e meravigliosa fusion. Apre con Dona Cila ed Ela seguita dalla cover di Marisa Monte Danca de Solidao  e dagli originals Bela Flor e Altar particular, da una struggente Ne me quitte pas di Brel e dalla sognante A me ricordi il mare del cantautore Daniele Silvestri. Chiusura immancabile con Shimbalayè, il brano che l’ha proiettata nelle classifiche e l’ha fatta conoscere in tutto il mondo.

maria gadu, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna
Maria Gadu, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna – foto Agostino Mela

Il bassista e compositore americano Steve Swallow è stato protagonista di un set di raffinata musica in duo con l’austriaco Christian Muthspiel, al trombone e al piano, in un dialogo avvincente hanno creato perle di valore inestimabile, fatte di atmosfere sospese e di solare virtuosismo.

35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna
Muthspiel-Swallow, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna – foto Agostino Mela

Sorpresa per la giovante e talentuosa clarinettista sarda Zoe Pia, che ha dato anche saggio di una particolare tecnica nel suonare le launeddas, che con il suo quartetto si è resa protagonista di un composito crossover tra jazz e rock.

Invece è stata una conferma l’esibizione dello strepitoso maghrebino Aziz Sahamoui capace di rileggere l’universo della gnawa music in modo sempre originale e con brani ipnotici e trascinanti.

A. Sahmaoui, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna - foto Agostino Mela
A. Sahmaoui, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna – foto Agostino Mela

Revival per i Matt Bianco che hanno mostrato la loro capacità di essere evergreen. Mark Reilly e compagni – tra cui l’eccellente Graham Harvey alle tastiere, Dave O’Higgins al sax e Martin Shaw alla tromba – hanno dato fondo al loro storico repertorio, da More than I can bear a Half a minute sino al più recente Gravity.

Da segnalare infine i set della intrigante vocalist romana Chiara Civello con brani dell’album Eclipse, la bella performance del crooner bulgaro Vassil Petrov, dotato di un timbro vocale straordinario, i nuovi repertori del compositore e pianista Paolo Carrus alla guida di un rodato ottetto, i set del chitarrista Massimo Ferra in tandem con Javier Girotto,, i Pupi di Surfaro vincitori della scorsa edizione del Premio Parodi e i live del batterista Gianrico Manca, del pianista Luca Mannutza e della cantante Francesca Corrias.

Walter Porcedda

Matt Bianco, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna
Matt Bianco, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna – foto Agostino Mela
Zoe Pia, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna - foto Agostino Mela
Zoe Pia, 35° Festival Internazionale Jazz in Sardegna – foto Agostino Mela